Giorgetti e i crediti edilizi. I vantaggi della riclassificazione

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La loro riclassificazione ha alleggerito il deficit del 2024 e facilita la legge di bilancio
Tratto da www.inpiu.net di Giampaolo Galli 05/09/2023

Il ministro Giorgetti ha ragione di lamentarsi dei crediti edilizi: poco utili per la transizione energetica in relazione all’onere che stanno comportando per i conti pubblici. E tuttavia, Giorgetti dovrebbe accendere un piccolo cero a questi crediti, perché, a seguito della loro riclassificazione operata da Eurostat/Istat nel marzo scorso, si è potuta realizzare un’operazione contabile di notevole importanza e di cui pochi sembrano essere consapevoli.
La riclassificazione ha avuto l’effetto di appesantire l’indebitamento netto del 2022 di ben 2,6 punti di Pil e di alleggerire quelli del 2023 e del 2024 di 0,2 e 0,8 punti rispettivamente. Il risultato è che tenendo fermi gli obiettivi della Nadef per l’indebitamento netto (4,5% nel 2023 e 3,7% nel 2024) si è creato un rilevante spazio di bilancio in entrambi gli anni. In particolare, facendo i conti al netto dei crediti riclassificati, nel 2023 il saldo primario rimane a -1%, lo stesso valore del 2022 (anch’esso riclassificato).
Ciò significa che quest’anno l’aggiustamento dei conti pubblici è zero, cosa che forse è giustificata dall’esigenza di sostenere l’economia nei primi mesi dell’anno a fronte del caro bollette. Nel 2024 il saldo migliorerebbe di solo 0,5 punti di Pil. Nella prima Nadef di questo governo, licenziata il 2 novembre 2022, prima dunque che si sapesse della riclassificazione, il saldo primario avrebbe dovuto migliorare di ben 1,7 punti di Pil (+1,1% nel 2023 e +0,6 nel 2024). La Nadef è stato il biglietto da visita di questo governo e ha contribuito a migliorare la percezione dei mercati finanziari, inizialmente un po’ preoccupati.

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Nel Def in apparenza non è cambiato nulla, in realtà è cambiato tutto. Un po’ gattopardescamente, senza che nessuno se ne accorgesse o se ne lamentasse, un aggiustamento biennale del saldo primario che nella Nadef era programmato in circa 34 miliardi (1,7% del Pil) si è ridotto a 10 miliardi (0,5%). Il che dovrebbe facilitare – e molto – la definizione della legge di bilancio. Naturalmente le riclassificazioni non hanno alcun effetto sulla cassa e sul debito pubblico, ma il minor aggiustamento del saldo primario è un’eredità che rimane e che impatta su tutti i saldi rilevanti. Ecco perché, ancora una volta, ha ragione Giorgetti a dire che ci vuole molta prudenza. Davvero tanta!