Executive Meeting 2023: focus sulla formazione del capitale umano

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Si è svolta a Capalbio, dal 13 al 15 ottobre, la nona edizione dell’Executive Meeting 2023.

Anche quest’anno, la due giorni organizzata da Challenge Network si è rivelata un  momento di confronto proficuo tra imprese e istituzioni. Al centro del dibattito, il valore della formazione del capitale umano, considerata l’abilitatore strategico- e l’acceleratore – per una crescita sostenibile.

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Ogni anno, l’evento riunisce i CEO e i Direttori delle Risorse Umane di varie società italiane, per discutere sui cambiamenti dei processi e delle competenze all’interno delle organizzazioni, in un contesto informale.

Secondo il Rapporto 2023 del World Economic Forum è previsto un cambiamento  – o meglio, un’evoluzione – di 1/4 dei posti di lavoro nei prossimi cinque anni. Una trasformazione radicale, per la quale il 23% delle attività lavorative muterà. Servirà dunque anticipare il processo di cambiamento ridisegnando il sistema formativo in azienda, ripensando alle competenze necessarie, accelerando la digitalizzazione e lo sviluppo sostenibile.

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Il fondatore di Challenge Network Roberto Santori ha poi posto l’accento sul problema dei quasi 3 milioni di NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro) in Italia.

<Risorse ferme, che bloccano la crescita e la competitività del Paese> dice Santori. <Si tratta di potenziale forza lavoro su cui abbiamo investito per anni ma che non ha restituito utilità al Paese>.

I NEET sono un bacino particolarmente attenzionato anche dall’Unione Europea. Per questo, nell’ambito del PNRR, grazie al programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) saranno stanziati 4,4 miliardi di euro per accompagnare i giovani in percorsi di formazione professionale.

Un’altra fascia sociale che dovrà riqualificarsi e tornare attiva è quella degli ex percettori del Reddito di Cittadinanza: sono 600mila le persone che, adeguatamente formate, sarebbero pronte ad essere occupabili nel mondo alberghiero, turistico, della ristorazione, delle attività di produzione, dell’edilizia e della manifattura.

All’Executive Meeting 2023 erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Capalbio Gianfranco Chelini e il Ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo. Proprio quest’ultimo ha affrontato il tema dell’importanza della formazione all’ambito della Pubblica Amministrazione.

Acquisire consapevolezza è essenziale: per ogni dipendente pubblico, la formazione è stata portata da 3 a 30 ore all’anno.

Facendo leva su due variabili fondamentali, il merito e il talento, è possibile rendere l’offerta lavorativa della PA più competitiva per i giovani. Così ha parlato il Ministro Zangrillo: <E’ verso loro che dobbiamo direzionare il nostro impegno per una PA sempre più inclusiva e attrattiva. Solo così si potrà beneficiare di una nuova generazione di dipendenti motivati>

L’inserimento di nuove figure professionali nell’amministrazione pubblica è un’esigenza che nasce in risposta al cambio epocale prodotto dalla digitalizzazione e dall’introduzione di strumenti come ChatGPT nel mondo del lavoro.

L’arrivo dell’intelligenza artificiale ci pone davanti a una grande sfida, dove la formazione, acceleratore e abilitatore del cambiamento, può giocare un ruolo determinante per disegnare nuove competenze e professionalità.

La mutazione sarà veloce. La PA – l’azienda più grande del Paese – deve considerare due fattori chiave: il tempo (l’urgenza!) e l’adeguamento degli stipendi alla nuova concezione del lavoro.

Soprattutto in Italia, sono in molti a considerare distruttivo l’impatto che l’AI avrà sulle persone, e hanno tentato di ostacolarne lo sviluppo. Ma la digitalizzazione globale è già avvenuta e siamo già andati ben oltre il metaverso.

E’ necessario mettere al centro delle imprese gli investimenti sul capitale umano, il vero cuore pulsante di ogni azienda. L’uomo deve rimanere baricentro del cambiamento.

Un appello, infine, è stato fatto anche alle PMI, meno propense delle grandi multinazionali a investire sulla formazione. Ancora oggi, tra le piccole e medie imprese c’è la tendenza a considerare la formazione solo come strumento di retention.