Trasformazione Digitale e Sostenibilità: scenari e normative in atto. Intervista all’avv. Afra Casiraghi

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Trasformazione digitale e sostenibilità: questi sono i driver di mercato che hanno guidato e guidano le politiche delle imprese negli ultimi anni. Grazie alla trasformazione digitale, le imprese hanno oggi l’opportunità non solo di aumentare i ricavi e ridurre i costi del ciclo produttivo, ma anche di ridurre i costi operativi, applicando la trasformazione digitale al proprio interno, nei momenti più strategici della propria operatività.

Trasformazione Digitale

La trasformazione digitale si riferisce al processo di integrazione delle tecnologie digitali in tutti gli aspetti di un’organizzazione, cambiando radicalmente il modo in cui essa opera e offre valore ai propri clienti. Questo coinvolge l’adozione di tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT), l’analisi dei dati, il cloud computing e altro ancora. Gli obiettivi includono l’aumento dell’efficienza operativa, la migliorata esperienza del cliente, la creazione di nuovi modelli di business e la rapida adattabilità ai cambiamenti del mercato.

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Sostenibilità

La sostenibilità si concentra sulla realizzazione di sviluppo economico, sociale e ambientale a lungo termine, senza compromettere le risorse per le generazioni future. Le imprese stanno diventando sempre più consapevoli della loro responsabilità sociale e ambientale, cercando di ridurre l’impatto negativo sul pianeta e contribuire a una società più equa. Questo può coinvolgere la riduzione delle emissioni di carbonio, l’efficienza energetica, l’uso responsabile delle risorse, la gestione etica della catena di approvvigionamento e altro.

Interazione tra trasformazione digitale e sostenibilità

La trasformazione digitale può aumentare l’efficienza operativa, riducendo gli sprechi e ottimizzando i processi, contribuendo così alla sostenibilità. Tecnologie come l’IoT e l’analisi dei dati possono essere utilizzate per monitorare e gestire in modo più efficace l’impatto ambientale delle operazioni aziendali: la digitalizzazione può facilitare la transizione verso un’economia circolare, consentendo il riciclo e la riutilizzazione dei materiali in modo più efficiente e può facilitare lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi con un impatto ambientale ridotto.

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In sintesi, l’interazione tra trasformazione digitale e sostenibilità offre opportunità significative per le imprese di creare valore in modo sostenibile, rispondendo alle sfide ambientali e sociali del nostro tempo. Integrare entrambi gli approcci può portare a un impatto positivo sia sull’azienda che sulla società nel suo complesso.

Intervista ad Afra Casiraghi – Studio legale Bird & Bird – Milano

Trasformazione digitale

La trasformazione digitale può essere definita come l’insieme dei cambiamenti tecnologici, culturali e organizzativi finalizzati all’applicazione della tecnologia nella società. Uno degli strumenti per realizzare la trasformazione digitale è la digitalizzazione, ossia la traduzione di informazioni che esistono in forma analogica in un linguaggio digitale (nella foto a destra l’avv. Afra Casiraghi – Studio Bird & Bird).

Negli ultimi anni la trasformazione digitale ha interessato profondamente la vita delle imprese in tutti i settori industriali. Quale settore secondo lei è stato più coinvolto nel cambiamento?

“Il settore in cui la trasformazione digitale ha avuto maggiore incidenza è senza dubbio il tech & comms: i progressi della tecnologia combinati con la disponibilità di enormi quantità di dati hanno permesso lo sviluppo di tecnologie avanzate quali l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things e la blockchain . Anche tramite questi strumenti, la transizione digitale si è estesa a tutti i settori industriali: basti pensare al settore retail & consumer, con la diffusione della vendita al dettaglio di prodotti digitali (software, e-books, newsletter, podcast, domotica, dispositivi di rilevazione ambientale, ecc.), servizi digitali (traduzioni automatiche, assistenza digitale personale, motori di ricerca, ecc.), canali di vendita (e-commerce) e relative strategie (es. utilizzo di algoritmi per la profilazione dei consumatori).

Può farci qualche esempio concreto?

“Un esempio tangibile di settore impattato dalla trasformazione digitale è il lifesciences & healthcare : la telemedicina è ormai una realtà concreta che rende possibile consulenza medica a distanza e telediagnosi mediante piattaforme digitali specializzate, estendendo l’accessibilità alle cure sanitarie, soprattutto in aree remote o meno servite. Per alcune aziende la trasformazione digitale è stata così pervasiva da determinare un cambiamento integrale del (o in alcuni casi la creazione di un nuovo) business model (si pensi ai casi di Airbnb e Amazon). Per altre aziende è stata uno strumento utile per incrementare i ricavi, attraverso la digitalizzazione dei propri prodotti e servizi, e per ridurre i costi, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici d’avanguardia nelle fasi del ciclo produttivo.”

Approfondiamo, se è d’accordo, questi due ultimi aspetti del business model e della riduzione dei costi

“Sì, anzitutto accenniamo all’implementazione di sistemi di pianificazione e gestione mediante l’utilizzo di software avanzati, come i sistemi Manufacturing Execution Systems (MES) in grado di ottimizzare l’allocazione delle risorse, migliorare la sequenza di produzione e ridurre i tempi di inattività, contribuendo a un utilizzo più efficiente delle risorse e a una produzione più rapida. Per quanto riguarda l’ottimizzazione della produzione, intendo l’integrazione di sensori avanzati nei macchinari e nella struttura operativa che permettono di monitorare in tempo reale le prestazioni delle attrezzature e raccogliere dati sui processi produttivi. Un’impresa manifatturiera può utilizzare sensori per raccogliere dati sulle temperature, la pressione e altre variabili critiche durante la produzione; questi dati possono essere elaborati e utilizzati per ottimizzare i parametri di produzione, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività”.

In altre occasioni lei ha palato anche di analisi predittiva dei dati e tracciabilità dei prodotti. Possiamo approfondire?

“L’analisi predittiva dei dati provenienti dai macchinari riesce a prevedere se e quando potrebbero verificarsi guasti o malfunzionamenti. Applicando l’analisi predittiva al ciclo produttivo è possibile pianificare interventi in modo proattivo, riducendo i tempi di inattività non pianificati e quindi migliorando la continuità operativa; l’implementazione di soluzioni avanzate di tracciabilità dei prodotti lungo l’intero ciclo produttivo, al fine di aumentare trasparenza e qualità, consente al contempo un migliore controllo del processo e una risposta più rapida a eventuali problemi di produzione. Se un lotto di prodotti viene individuato come difettoso, la tracciabilità avanzata consente di identificare rapidamente la causa e correggerla, riducendo i costi derivanti dai prodotti difettosi. La trasformazione continua a evolversi con il costante avanzamento delle tecnologie digitali, rappresentando un elemento chiave per la competitività e la sostenibilità delle aziende nel contesto contemporaneo. Ma c’è di più. Grazie alla trasformazione digitale, le imprese hanno oggi l’opportunità non solo di aumentare i ricavi e ridurre i costi del ciclo produttivo, ma anche di ridurre i costi operativi, applicando la trasformazione digitale al proprio interno, nei momenti più strategici della propria operatività”.

Digitalizzare la governance

Avv. Casiraghi, può darci qualche altra indicazione più tecnica?

“Digitalizzare la governance significa trasformare in un linguaggio digitale i documenti e i processi di decision making, implementando tecnologie a supporto della funzione gestoria del consiglio di amministrazioneCosì è possibile digitalizzare l’informativa preconsiliare, la relativa organizzazione e istruttoria, le modalità di svolgimento delle riunioni, i flussi informativi endoconsiliari previsti dall’art. 2381 del Codice civile, l’attività di monitoraggio e di compliance normativa e statutaria. L’utilizzo di strumenti digitali in ambito governance rappresenta d’altronde un importante strumento per tracciare l’adempimento dei doveri del board di “agire in modo informato”, espressione che ritroviamo proprio nell’ultimo comma dell’art. 2381 del Codice civile, facilitando, il dialogo con shareholders e stakeholders rilevanti, raccomandato anche dal Codice di corporate governance(art. 1, principio IV)”.

Quali sono i vantaggi?

“La digitalizzazione della governance riduce i costi operativi e al contempo: (i) crea valore in termini di efficienza, trasparenza e tracciabilità dei processi decisionali; (ii) permette la raccolta dei dati su cui si formano le decisioni, che possono essere rielaborati creando nuovi dati utili all’organizzazione e alle future decisioni; (iii) soprattutto, agevola la reportistica ESG. Su quest’ultimo aspetto, digitalizzare la governance rappresenta una opportunità anche per realizzare la cosiddetta “ twin transition ”, ossia la strategia complessiva di coordinamento e integrazione della transizione ecologica e transizione digitale, massimizzando l’efficienza in entrambi i settori driver del mercato attuale”.

Corporate Sustainability Reporting Directive

La Corporate Sustainability Reporting Directive (Direttiva (UE) 2022/2464 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022, d’ora in poi CSRD ) ha imposto a un elevatissimo numero di aziende di rendicontare e pubblicare informazioni di sostenibilità in una apposita sezione della relazione sulla gestione. Con la CSRD la reportistica non è più sui dati “non finanziari” e non riguarda più unicamente gli enti di interesse pubblico (già soggetti alla Non-Financial Reporting Directive, ossia alla Direttiva 2014/95/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014).

La reportistica ESG ha a oggetto i “ fattori di sostenibilità ”, lungo tutta la supply chain (art. 19-bis, comma 2, lett. f(ii) e comma 3 e art. 29-bis, comma 2, lett. f(ii) e comma 3), e riguarda tutte le società di grandi dimensioni e/o società capogruppo (artt. 19-bis e 29-bis CSRD), anche di Paesi terzi rispetto all’Unione Europea (art. 40-bis CSRD). Peraltro, allo stato attuale del quadro normativo (art. 29-quinquies CSRD), la relazione di gestione dovrà essere redatta secondo un formato unico di comunicazione noto come formato elettronico unico europeo (ESEF), in quanto proprio la digitalizzazione consente di centralizzare i dati a livello dell’Unione e degli Stati Membri in un formato aperto e accessibile che faciliti la lettura e ne consenta la comparazione. E ancora, il comitato tecnico a supporto della Commissione Europea in materia di CSRD, cosiddetto EFRAG, è chiamato a creare una tassonomia per tutti gli European Sustainability Reporting Standards (ESRSin formato XBRL.

Avv. Casiraghi, in conclusione, quali vantaggi vede in questa riforma?

Pubblicando report con tag XBRL, le imprese saranno certe del fatto che i loro dati segnalati saranno analizzati con precisione e rapidità, anche quando si tratta di una notevole mole di dati, permettendone la comparabilitàContenuti di sostenibilità in un linguaggio digitale: la CSRD è un esempio tangibile di compliance digitalizzata , volta a promuovere sostenibilità e trasparenza (v. considerando 55 CSRD). Per adempiere agli obblighi imposti dalla CSRD sarà fondamentale digitalizzare i processi di raccoltagestione e reportistica dei dati ESG (ad esempio attraverso sistemi digitali avanzati per monitorare le emissioni di carbonio, l’uso dell’acqua e altre metriche ambientali), consentendo una reportistica accurata e in tempo reale. Per concludere, è utile richiamare un recente scritto (Note e Studi Assonime) che ha individuato le cinque direttrici verso cui orientare la funzione amministrativa negli anni a venire:

(i) favorire il coinvolgimento degli stakeholders attraverso l’impiego delle nuove tecnologie;

(ii) valorizzare la collaborazione e la competenza del consiglio di amministrazione per un approccio strategico alla sostenibilità e alla digitalizzazione (attraverso la composizione adeguata dell’intero consiglio, il processo di nomina e successione degli amministratori, in linea con le direttive del Codice di Corporate Governance, la formazione tramite sessioni di formazione ad hoc);

(iii) rivedere l’organizzazione, le procedure e i flussi informativi in chiave di innovazione sostenibile e digitale nel medio-lungo periodo;

(iv) contemplare sostenibilità e digitalizzazione come opportunità di crescita per le PMI e

(v) considerare come le decisioni strategiche e organizzative relative all’uso delle nuove tecnologie ricadono nell’ambito di applicazione della business judgment rule , con eventuali conseguenze in punto di responsabilità degli amministratori.