L’impatto dell’inflazione sulle tariffe Rc auto

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L’Ivass ha rappresentato con una Relazione al Garante per la sorveglianza dei prezzi le dinamiche della rc auto che vengono monitorate periodicamente con l’indagine IPER. Negli ultimi 10 anni il prezzo medio della RC auto è sceso del -23%, a fronte di un aumento dei prezzi al consumo del +19%. Questo significa che, in termini reali, la discesa del premio RC auto è stata del -36% . Si è trattato di un risultato di portata storica, viene sottolineato dalla Autorità di Vigilanza, unico dall’epoca della liberalizzazione delle tariffe (luglio 1994) . Lla discesa dei prezzi RC auto è stata accompagnata in questo decennio da una analoga riduzione del grado di concentrazione del mercato con aumento della concorrenza riscontrabile anche, direttamente, dai dati sulle quote di mercato: nel periodo analizzato, le compagnie Top 5 sono scese dal 56% al 50%; le compagnie estere sono passate dal 5% al 12%. La discesa del prezzo medio della RC auto ha avuto, tra l’altro, due importanti effetti positivi: da un lato la convergenza del prezzo medio italiano con quello medio dell’area Euro, con un differenziale passato da quasi 200 euro a meno di 50 ; dall’altro la convergenza dei prezzi, in Italia, a livello interprovinciale: il differenziale Napoli-Aosta, che si utilizza da tempo come “spread” della RC auto, si è più che dimezzato, grazie a una discesa dei prezzi nelle aree del Sud superiore a quella sperimentata nel CentroNord.

Hanno avuto effetto positivo i diversi interventi normativi che hanno progressivamente spinto il mercato verso un significativo contenimento dei costi, una maggiore trasparenza, una apprezzabile crescita delle pressioni concorrenziali. Tra i provvedimenti più significativi si menzionano quello sui c.d. “colpi di frusta”, quelli sull’attività antifrode delle imprese, inclusa la costruzione dell’Archivio Integrato Antifrode (AIA), il sistema degli incentivi e penalizzazioni della CARD (Convenzione tra gli Assicuratori per il Risarcimenti Diretto), la dematerializzazione del contrassegno, la digitalizzazione del certificato assicurativo e del CAI (Constatazione Amichevole di Incidente); un’ulteriore spinta verrà dal Decreto sulla TUN (Tabella Unica Nazionale) per i risarcimenti delle lesioni macropermanenti, richiesta da quasi 20 anni. Le note vicende internazionali, soprattutto di natura geopolitica, hanno però bruscamente interrotto la lunga fase di discesa dei prezzi della RC auto. La variazione trimestrale dei prezzi al consumo, avviatasi nel 2021 (+3.8% a fine anno), ha avuto un brusco inasprimento nel 2022 (+11.3%), per poi tornare decisamente sotto l’1% nel 2023. Il mercato della RC auto ha risposto con un ritardo di 6-9 mesi a queste pressioni mostrando un picco a settembre 2023 (+4% sul trimestre precedente, +7.5% sul trimestre corrispondente).

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Da notare che i rialzi non si sono manifestati in maniera uniforme nei vari segmenti del mercato auto, colpendo in misura maggiore sia i soggetti più giovani sia quelli con classe di rischio più elevata . Alla base di questi rialzi vi è la spinta che stanno imprimendo i costi medi dei sinistri. Il premio puro (che con i caricamenti va a comporre il premio di tariffa), sottolinea l’Ivass, è il prodotto della frequenza dei sinistri e del loro costo medio. La prima, dopo il punto di minimo registrato durante la pandemia del 2020, è risalita ma non ha ancora raggiunto il livello pre-pandemico; il secondo, invece, è in netta risalita e spiega, in larga misura, i rialzi dei premi. I margini lordi d’impresa, approssimati dal differenziale tra premio medio e premio puro, hanno toccato un punto di minimo nel 2022, intorno a 50 euro per polizza e questo ha determinato un drastico abbassamento dei saldi tecnici di gestione scesi, dopo molti anni, in territorio negativo.

I rialzi della RC auto del 2023 si spiegano dunque con un recupero dei margini e una ripresa dell’utile. Quali sono le possibili previsioni ? Il ritardo con cui rispondono i prezzi RC auto all’andamento generale dei prezzi, suggerirebbe, con una semplice estrapolazione, un sostanziale esaurimento delle spinte inflattive nell’arco del 2024 Tuttavia, se si vanno ad analizzare le componenti dell’indice generale più prossime al mercato dell’auto, vale a dire i “prezzi di ricambio” e le “riparazioni”, si vede come entrambe queste componenti hanno una dinamica molto più lenta del paniere complessivo. In particolare, negli ultimi mesi del 2023 la loro decelerazione fatica a scendere sotto il 4% in ragione d’anno e questo fa supporre che anche il raffreddamento dei prezzi RC auto potrebbe risultare altrettanto lento, andando a coinvolgere anche il 2025. In questa situazione la sequenza provvedimenti-concorrenza- riduzione dei prezzi può essere ancora la leva giusta per incidere positivamente sul mercato.

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