PIMCO: Il futuro della proposta di budget di Biden

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È improbabile che la proposta di budget presentata lunedì scorso dal Presidente Joe Biden possa essere approvata dall’attuale Congresso, ma offre una chiara visione delle priorità che potrebbero caratterizzare una seconda amministrazione Biden. Il budget prevede nuove spese per i programmi sociali a favore della classe media e un aumento delle tasse per i ricchi e le imprese.

C’è una cosa su cui un’amministrazione Biden 2.0 e un Congresso del 2025 sarebbero probabilmente d’accordo l’anno prossimo, indipendentemente dal partito che vincerà la legislatura: il proseguimento degli sgravi fiscali per la classe media approvati dai repubblicani con il Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) del 2017.

Il resto del programma fiscale di Biden, come il più ampio budget per il 2025, dovrebbe essere preso con le pinze. Ciò che il Presidente Biden sarà in grado di approvare in un eventuale secondo mandato dipenderà dalla composizione del Congresso. Senza un’ampia maggioranza democratica in entrambe le camere del Congresso, cosa che sembra altamente improbabile, gran parte di questo piano non verrà approvato.

Comunque si ripartisca il potere a Washington, è probabile che la traiettoria problematica dei deficit persista in assenza di modifiche alle imposte o alla spesa obbligatoria per Medicare e Social Security, cosa che non riteniamo probabile nei prossimi anni. Al contrario, è probabile che il mercato richieda un premio per la detenzione di Treasury a lunga scadenza, determinando una curva dei rendimenti statunitensi più ripida nel tempo.

Piani realistici

Che cosa possiamo realisticamente aspettarci da un secondo mandato di Biden sulle tasse? I tagli di Trump all’imposta sulle persone fisiche in scadenza alla fine del 2025 – derivanti dal TCJA – rappresentano un aumento delle tasse di circa 4.000 miliardi di dollari in 10 anni, nel caso in cui il Congresso non intervenga (per non parlare del contraccolpo economico di un simile inasprimento fiscale), e quindi ci aspettiamo che chiunque sia alla Casa Bianca e al Congresso si senta in doveredi agire.

Se da un lato Biden ha dichiarato che non aumenterà le tasse “di un solo centesimo” su chi guadagna meno di 400.000 dollari all’anno e che estenderà il TCJA e altri tagli fiscali a questa fascia di popolazione, dall’altro ha dichiarato che lascerà che molti dei tagli per le persone a reddito più elevato tornino ai livelli precedenti al 2017 e che aumenterà le tasse sulle società.

Se attuato, il piano del Presidente Biden prevederebbe anche di:

  • Aumentare l’aliquota dell’imposta sulle società al 28% e aumentare l’imposta minima per le grandi società (che attualmente è del 15% come parte dell’Inflation Reduction Act) al 21%.
  • Aumentare la tassa sui buyback dall’1% al 4%.
  • Imporre un’imposta patrimoniale minima del 25% per chi ha un patrimonio superiore a 100 milioni di dollari.
  • Lasciare che l’aliquota massima per le persone fisiche torni al 39,6%.
  • Lasciare che l’esenzione sulla tassa di successione (attualmente pari a 13,6 milioni di dollari) torni ai livelli precedenti al TCJA (circa 7 milioni di dollari, considerando l’inflazione).
  • Tassare i “carried interest” come reddito ordinario.
  • Tassare le plusvalenze con aliquote ordinarie per chi guadagna più di 1 milione di dollari, rispetto all’attuale 20% (più la tassa Obamacare del 3,8%); aumentare la tassa Obamacare (la cosiddetta Net Income Tax) al 5% dal 3,8% per chi ha un reddito superiore a 400.000 dollari.
  • Estendere l’espansione del credito d’imposta per i figli (Child Tax Credit) del 2021 (il costo è di circa 1.700 miliardi di dollari in 10 anni).
  • Rendere permanente il credito d’imposta sul premio dell’Affordable Care Act (costo circa 400 miliardi di dollari).
  • Estendere le fasce di riduzione delle tasse di Trump per coloro che guadagnano meno di 400.000 dollari.
  • Non intervenire sul limite delle detrazioni fiscali statali e locali (SALT): il limite di 10.000 dollari per la detrazione delle imposte statali e locali scadrà alla fine del 2025 se il Congresso non lo toccherà. Sebbene la detrazione vada principalmente a beneficio dei ricchi (per cui alcuni progressisti si oppongono), il suo limite ha avuto un impatto sulla migrazione dagli Stati con imposte sul reddito elevate.

L’approvazione di questi provvedimenti dipenderà dalla composizione del Congresso. Mentre i Democratici hanno una discreta possibilità di ribaltare la Camera, ora controllata dai Repubblicani, le probabilità sono che il Senato, ora controllato dai Democratici, passi sotto il controllo dei Repubblicani. I democratici difendono 23 dei 34 seggi del Senato di questo ciclo, tre dei quali in Stati vinti da Trump (Montana, Ohio, West Virginia) e otto in Stati “viola” o con candidati repubblicani competitivi (Arizona, Nevada, Maryland, Michigan, Minnesota, Pennsylvania, Wisconsin e Virginia).

È importante notare che, anche se Biden venisse rieletto e i democratici riuscissero in qualche modo ad avere la maggioranza in entrambe le camere, ci aspetteremmo comunque un compromesso su molti dei tagli fiscali varati da Trump in scadenza, e aumentare le tasse – anche sui ricchi – è molto più difficile da fare in pratica che in teoria. Prevediamo che la tassa sul patrimonio sarebbe ancora a un punto morto anche sotto il controllo unificato di Washington. Pertanto, gran parte delle proposte odierne della Casa Bianca sono più una lista di desideri politici che una realtà politica.

Nella tabella qui di seguito sono riportati i possibili scenari relativi ad alcune delle principali disposizioni in materia di imposta sulle persone fisiche che scadranno alla fine del 2025. Naturalmente, a questo punto si tratta di ipotesi e molte cose possono cambiare da qui a quando il Congresso inizierà a legiferare in merito (primavera 2025?), ma ciò dimostra che nella maggior parte degli scenari si dovrà giungere a un compromesso.