Asset digitali, un ecosistema in costante evoluzione

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Bitcoin e l’ambiente

L’impatto ambientale di Bitcoin è stato sulla bocca di tutti nel 2021. Se la svolta di Elon Musk su Bitcoin ha avuto almeno una conseguenza positiva, questa è stata la creazione del Bitcoin Mining Council (BMC). Quest’associazione volontaria riunisce i minatori del Nord America per discutere della sostenibilità e del mix energetico dell’industria mineraria di bitcoin, oltre a “promuovere la trasparenza, condividere le pratiche migliori ed educare il pubblico sui vantaggi di Bitcoin e del mining”[1]. Sebbene il BMC non intenda imporre un preciso modus operandi ai suoi membri, si tratta comunque di un primo passo nella giusta direzione.

Ci aspettiamo che l’industria mineraria in Nord America e in Europa progredisca ulteriormente verso un mix di energie più rinnovabili. Ciò richiederà tempo e fatica ma sembra che l’industria si renda conto che è nel suo interesse andare in una direzione più sostenibile. Inoltre, l’industria mineraria è l’area della cripto-sfera che ospita più società quotate. Ci aspettiamo che gli azionisti spingano per l’integrazione delle considerazioni sulla sostenibilità nelle decisioni aziendali.

Cosa ci attende l’anno prossimo?

Aziende come PayPal, Twitter, Robinhood, Maersk e molte altre in molti settori hanno iniziato a testare l’uso della tecnologia blockchain e delle criptovalute. Ad esempio, nell’aprile del 2021, PayPal ha consentito agli utenti statunitensi di spendere in criptovalute presso milioni di commercianti online. Da allora, ha gradualmente annunciato un ulteriore supporto all’adozione delle monete digitali, inclusa la possibilità di conversione automatica dei contanti dalle carte di credito Venmo. Più di recente, ad agosto, PayPal ha annunciato che espanderà la funzione di trading in criptovalute sul mercato britannico.

Attraverso esempi simili di queste applicazioni nella vita reale si può cominciare a testare il potenziale per l’adozione di bitcoin e della sua tecnologia su vasta scala. Ciò contribuisce al progresso dell’industria e a testare il potenziale delle criptovalute nell’economia reale. In futuro, questa tendenza probabilmente rimarrà, visto che sempre più aziende ne esploreranno gli usi e, indipendentemente dal risultato, questo trend fungerà da traino, nel breve periodo, dell’interesse verso le criptovalute come asset class.

Il trading di bilancio: ce ne sarà ancora?

Uno dei temi interessanti dello scorso anno è stato il cosiddetto “trading di bilancio”. Diverse società quotate, tra cui MicroStrategy, Tesla, Square o PayPal, hanno annunciato di aver acquistato bitcoin nel loro bilancio. E’ stata una sorpresa per molti che, in gran parte, ha alimentato l’ottimismo nella sfera delle criptovalute.

Ci sono diversi buoni motivi per cui le aziende decidono di detenere criptovalute in bilancio. Innanzitutto, può aiutare le aziende a sviluppare competenze e processi interni relativi alle criptovalute. Per altri, come Michael Saylor di MicroStrategy, bitcoin rappresenta un investimento e una scommessa sulla crescita futura dell’ecosistema cripto.
Coinbase ha annunciato ad agosto che investirà oltre 500 milioni di dollari in criptovalute e continuerà a investire il 10% dei suoi profitti. Anche se non ci aspettiamo che questa diventi una tendenza diffusa con effetti rivoluzionari sulla domanda di criptovalute nel breve periodo, notizie e annunci di tale portata sono utili perché contribuiscono al sentiment positivo e legittimano questa classe di attivi.

Adozione da parte degli investitori: ancora qualche difficoltà ma sempre meno

Riteniamo che in passato l’adozione delle criptovalute da parte degli investitori istituzionali sia stata ostacolata da diversi fattori, tra cui la mancanza d’infrastrutture e di regolamentazioni adeguate, la volatilità dei mercati e la necessità di formare gli investitori per una maggiore comprensione dell’asset class. Negli ultimi anni ci sono stati diversi sviluppi in queste aree e ci aspettiamo che tale tendenza non solo continui ma anzi acceleri.

L’infrastruttura del mercato è notevolmente migliorata con lo sviluppo di servizi di negoziazione e custodia di livello istituzionale. A sua volta, ciò ha consentito la creazione di molti nuovi veicoli di accesso, come i future regolamentati o i prodotti ETP, evoluzione che ha reso più facile per gli investitori ottenere esposizione sulle criptovalute rispetto alle partecipazioni dirette. Tutti gli occhi sono ora puntati agli Stati Uniti, in attesa di vedere quando la SEC (Securities and Exchange Commission) consentirà l’esposizione su bitcoin in un prodotto ETF.

Anche il livello generale di formazione su questa asset class sta migliorando, poiché la maggior parte delle aziende ora ha istituito almeno una qualche forma di gruppo di lavoro che si occupa di criptovalute. Questa tendenza sembra essersi affermata in tutti i tipi d’investitori istituzionali, inclusi i gestori multi-asset, le banche d’investimento e i fondi pensione.

La regolamentazione rimane probabilmente l’ostacolo principale, poiché molti player manifestano la necessità di una maggiore chiarezza da parte delle autorità di regolamentazione. In Europa, quest’aspetto può dimostrarsi particolarmente impegnativo, poiché i diversi Paesi possono assumere posizioni diverse in materia e i rispettivi regolatori tendono a concentrarsi su sotto-aree differenti degli asset digitali, che si tratti di custodia e trading o di prodotti e protezione per la clientela retail. Gli investitori multinazionali devono navigare in questo panorama frammentato, il che può essere molto impegnativo.

Inscrivere gli asset digitali nell’ambito di un adeguato quadro normativo sembra essere una priorità assoluta. La maggior parte dei Paesi in Europa e Nord America non vieta in maniera assoluta l’uso delle criptovalute e dei servizi correlati. Tuttavia, costruire una struttura attorno a una classe di attivi così giovane e innovativa è un processo che richiede tempo e perizia.

L’ecosistema delle criptovalute è frenetico e ci aspettiamo che continui a muoversi velocemente il prossimo anno. Riteniamo che gli sviluppi normativi saranno fondamentali per abbattere gli ostacoli che ancora impediscono agli investitori istituzionali di accedere al settore.