L’elevata incertezza sulle prospettive macro porterà la BCE a concentrarsi sull’opzionalità della politica

-

A dicembre il Consiglio direttivo ha presentato il piano per l’uscita dal programma di acquisto di asset legati alla crisi pandemica, tornando verso i 20 miliardi di euro di acquisti netti di asset al mese a tempo indeterminato del periodo pre-Covid. La BCE ha confermato che interromperà gli acquisti netti di asset nell’ambito del Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) alla fine di marzo 2022 e, per evitare un cliff effect, ha deliberato un ritmo di acquisti netti mensili di 40 miliardi di euro nel 2° trimestre e di 30 miliardi di euro nel 3° trimestre nell’ambito del normale APP. Dal 4° trimestre 2022 in poi, il Consiglio direttivo ha pianificato di mantenere gli acquisti netti di asset nell’ambito dell’APP a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro per tutto il tempo necessario, il che rappresenta essenzialmente la configurazione di politica monetaria pre-pandemica.

L’andamento dell’inflazione dopo la riunione di dicembre è stato considerevolmente superiore alle aspettative, e le nuove proiezioni macroeconomiche di marzo saranno certamente caratterizzate da un’inflazione più alta rispetto a dicembre. Inoltre, il programma relativo all’esercizio delle proiezioni di marzo è stato rivisto per tenere conto delle implicazioni degli ultimi sviluppi geopolitici, e questo significa anche che la stima flash sull’inflazione di febbraio sarà incorporata nelle proiezioni. A dicembre, la BCE ha previsto un’inflazione del 3,2% per il 2022 e dell’1,8% per il 2023 e il 2024. Il dato del 2022 vedrà certamente una significativa revisione al rialzo, il dato del 2023 potrebbe arrivare leggermente al di sopra del 2%, e la proiezione del 2024 probabilmente resterà sostanzialmente invariata. L’inflazione core alla fine dell’orizzonte di previsione rimarrà probabilmente al di sotto del 2%, e i rischi per le prospettive sull’inflazione saranno inclinati al rialzo.

A causa dei maggiori rischi geopolitici, la BCE abbasserà anche sensibilmente le proiezioni di crescita e probabilmente definirà i rischi per le prospettive economiche come al ribasso, invece che ampiamente bilanciati. Ci aspettiamo che la BCE mantenga l’apertura a una fine anticipata degli acquisti netti di asset rispetto al piano delineato a dicembre, una volta che la crisi attuale si sarà ridimensionata, ma non ci aspettiamo che la BCE annunci formalmente una data di fine definitiva o cambiamenti materiali all’APP alla riunione di marzo. Sulla linea del recupero dell’opzionalità della politica, la BCE potrebbe decidere di rimuovere la parola “a breve” dalla forward guidance dell’APP, per rompere il legame temporale quasi automatico tra i due strumenti. L’opzionalità qui implica che il rialzo del tasso di politica monetaria potrebbe eventualmente richiedere più tempo dopo la fine degli acquisti netti di asset, se giustificato. La BCE potrebbe anche rimuovere il riferimento a tassi di politica monetaria più bassi nella forward guidance sui tassi d’interesse, anche se questo potrebbe arrivare un po’ più tardi, quando la BCE si avvicinerà all’aumento dei tassi d’interesse.

Nel medio termine, crediamo che la BCE punterà certamente a terminare gli acquisti netti di asset e a tornare a un tasso di riferimento neutrale, con poche ambizioni al di là di questo.  A lungo termine, rimane una notevole incertezza su dove potrebbe collocarsi un tasso di politica neutrale per la zona euro, ma qualsiasi livello tra lo 0% e l’1% sembra ragionevole in confronto alle altre aree.