La Manovra di Bilancio criticata dalla sinistra. Intervista ad Alessia Potecchi

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Secondo quanto ha pubblicato da Francesco De Palo sul sito formiche.it la densità della manovra economica non si misurerà in consenso popolare, visto che la campagna elettorale è terminata e il prossimo appuntamento sarà nel 2024 con il rinnovo del Parlamento Ue, ma in consenso europeo.

L’azione del governo

Anzi aggiunge: “Il sottile filo che, nella costruzione della manovra, ha accompagnato il dialogo ideale e materiale tra Chigi, Mef ed Europa è il tratto somatico dell’azione del governo, tarata essenzialmente su due elementi: si è fatta una finanziaria responsabile e di taglio europeo che rispecchia i numeri e non certe intenzioni diffuse (prima) sui giornali”.

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E conclude: “Il risultato è una manovra che fa tutto quanto possibile e in coerenza con il programma ma non va oltre, perché semplicemente non si può: si presenta quindi come la manovra di un governo politico serio che non strappa. Di chi i meriti?”

Ma non tutti sono d’accordo con questa visione ottimistica. Intervistiamo Alessia Potecchi, Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del PD di Milano Metropolitana.

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Intervista ad Alessia Potecchi

Qual’è il parere del PD, il più importante partito all’opposizione?

“La Manovra di Bilancio è totalmente inadeguata e non dà risposte esaustive alle esigenze sociali ed economiche del particolare e difficile momento che stiamo vivendo con l’inflazione al 13%; è una  Manovra che non pone la sua attenzione per le fasce più povere (ricordo gli ultimi dati sull’aumento della povertà, sono allarmanti) e allarga ulteriormente le diseguaglianze.

Il Paese deve affrontare due grandi emergenze, il fatto che sta scivolando verso la recessione, ce lo dicono le previsioni di tutte le istituzioni nazionali ed internazionali, e l’inflazione che sta erodendo velocemente il potere di acquisto dei redditi fissi e allarga le diseguaglianze cioè peggiora la situazione di chi è già in difficoltà dal punto di vista economico perché è un’inflazione energetica e di generi alimentari che colpisce i poveri”.

Quali sono gli aspetti più deboli del provvedimento?

“La Manovra di fronte a questo scenario proroga per tre mesi gli aiuti che sono stati messi in campo dal Governo Draghi e non si sa nulla di quello che avverrà nel resto della parte dell’anno perché l’inflazione non è che termina il 31 marzo quando termineranno di fatto questi aiuti.

Una Manovra che non ha coraggio, non ci sono al suo interno provvedimenti di carattere strutturale, ci sono 21 miliardi per il caro energia, ma non si capisce che fine hanno fatto il discorso del
disaccoppiamento del prezzo gas e rinnovabili, le misure a prezzi calmierati per famiglie e aziende in difficoltà, cioè progetti strutturali.

La Manovra si limita a prorogare il taglio del cuneo fiscale per i redditi bassi per un anno, lo stesso taglio fatto quando l’inflazione era la metà del livello attuale, attuando poi un taglio di 6.000 euro in media a 100.000 lavoratori autonomi e professionisti in maniera permanente, portando la loro tassazione ad un terzo di quella dei lavoratori dipendenti con lo stesso reddito e quindi stralciando di fatto la progressività.”

La Manovra del Governo

Che cosa si potrebbe fare di meglio per la parte più debole della cittadinanza?

“Ci vuole una seria e accurata riforma del reddito di cittadinanza, la Manovra di fatto lo smonta totalmente fino poi a toglierlo del tutto. Dal primo di settembre circa 660.000 persone non lo riceveranno più e dal primo gennaio 2024 non ci sarà proprio più, non si parla più di alcuna riforma ma di un risparmio sul reddito di cittadinanza 700 milioni di euro il prossimo anno e un 1,8 miliardi
negli anni successivi. La Manovra modifica l’indicizzazione delle pensioni senza un confronto con le parti sociali. E’ una Manovra che non supporta le famiglie e le imprese che vertono in grande difficoltà, non c’è traccia di investimenti e rilancio economico, bisogna porre attenzione agli investimenti privati in particolare quelli che sono legati alla transizione ecologica che oggi rappresenta una grande opportunità ma va gestita e governata in tutte le sue forme”.

Ma non doveva esserci una grande ripresa grazie al PNRR?

“Nella Manovra non si parla nemmeno di PNRR, che dovrebbe essere il punto fermo su cui il Governo deve concentrarsi per portare a termine i progetti e programmi in esso contenuti insieme alla parte dedicata alle Riforme che rappresenta una parte essenziale del futuro del nostro Paese che ha ottenuto il maggior numero di risorse. Occorrono investimenti sul tema sanità, scuola, formazione, trasporto pubblico e territori. Per fare questo occorre contrastare efficacemente l’evasione fiscale, nel PNRR tra gli obiettivi c’è anche quello di ridurre l’evasione fiscale dal 18,5% al 15,8% e ci sono descritti tutti i passaggi egli strumenti per farlo e questo ci permetterebbe di recuperare 12 miliardi all’anno di evasione, bisogna aumentare la tassazione degli extra profitti delle aziende e fare una seria riforma della pubblica amministrazione che permetta di governare le spese”.

Altri punti che lei non condivide?

“Il Governo invece pone tra i suoi  provvedimenti in Manovra il condono delle cartelle esattoriali camuffato sotto la dicitura di “Misure che sostengono il contribuente” e l’innalzamento del tetto all’uso del contante che vanno chiaramente nella direzione opposta”.

Che cosa propone invece il PD?

“Il PD mette in campo le sue controproposte, più risorse contro il caro energia, un tetto nazionale al prezzo dell’elettricità a 100 euro megawattora, un “contratto sociale” per famiglie e imprese, agevolazioni concrete per favorire l’installazione di rinnovabili, attuazione immediata del PNRR.”