Come si sono comportati finora i titoli del gioco nel 2023?

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Il settore dei videogiochi è oramai una realtà consolidata, capace di generare centinaia di miliardi di dollari ogni anno. I dati del Global Entertainment and Media Outlook di PwC raccontano una crescita che arriverà a toccare oltre i 310 miliardi di fatturato entro il 2026, con il mobile gaming che da solo vale già oltre i 40 miliardi di dollari.

L’evoluzione tecnologica e l’accelerazione digitale su diversi livelli sono sotto gli occhi di tutti, tanto nel mondo del lavoro che della vita privata e in particolare in alcuni settori cruciali come quelli legati al mondo dell’intrattenimento e del gaming. Ecco perché è importante avere uno guardo attento a come si stanno comportando i titoli delle società di riferimento del mondo dei videogiochi, tanto di quelle cosiddette tradizionali che di nuovi attori che si stanno affacciando a questa industria quanto mai florida.

Activision Blizzard

Se restiamo al mondo dei videogiochi per smartphone e dispositivi mobili, non si può non citare Activision Blizzard, che di fatto è la software house con il fatturato più grande degli Stati Uniti. Gli inventori di Call of Duty e World of Warcraft, dal 2010 pagano dividendi ai propri azionisti, con una strategia aziendale che investe anche nello sviluppo di piattaforme per console e nel mondo dei giochi per personal computer.

Capcom

Tra i titoli che meglio rappresentano le potenzialità del settore c’è Capcom, realtà decennale e punto di riferimento del mondo del gaming. La società giapponese, fondata nel 1979 da Kenzo Tsujimoto ha fatto la storia dei videogiochi. Tra i suoi titoli più famosi c’è la saga di Street Fighter, Resident Evil e Dino Crisis, vere e proprie pietre miliari del gaming.

Nell’ultimo periodo la riuscita di alcuni prodotti di Capcom ha fatto da traino alla crescita del titolo, rafforzandone la solidità anche in un’ottica di medio e lungo periodo. Da segnalare che attraverso il pagamento dei dividendi Capcom ha l’obiettivo di restituire ai propri azionisti circa il 30% dei profitti annuali.

Electronic Arts

Non c’è appassionato di videogiochi che non conosca Electronic Arts, società nata negli Stati Uniti nel 1982 da Trip Hawkins, ex dipendente di Apple. EA ha un’offerta amplissima, arrivando a coprire praticamente ogni genere di videogioco, dagli sparatutto ai gestionali, dal fantasy allo sport. The Sims, Need for Speed, Dragon Age e Battlefield sono solo alcune delle saghe che hanno portato Electronic Arts a imporsi come uno degli attori di riferimento mondiali nel settore del gaming.

Senza dimenticare poi l’area che fa riferimento ai titoli sportivi, che in special modo con le diverse edizioni di FIFA ha saputo portare all’attenzione della grande platea Electronic Arts. Proprio la produzione fiorente annuale, unita agli investimenti su business correlati come la creazione di servizi per il gaming online, fanno presupporre una crescita e un’affidabilità del titolo sul mercato azionario, anche in virtù dell’apertura a nuovi mercati e a target diversi.

Netflix

Da non sottovalutare poi l’ingresso di attori non tradizionali nel mondo dei videogiochi. Tra questi c’è Netflix, che dopo aver inaugurato la sua personalissima sala da gioco, Netflix Games, prevede entro la fine del 2023 il lancio di 40 nuovi titoli e che si va a intrecciare con le strategie delle software house e dei produttori come Playstation. Quello che è tutto da scoprire se le case di produzione vedranno in Netflix un potenziale competitor oppure un possibile partner.

Molto dipenderà dalle intenzioni della piattaforma di streaming, se si limiterà alla produzione di videogiochi oppure vorrà esplorare nuove esperienze di gaming, tenendo conto di trend in crescita come metaverso, intelligenza artificiale e realtà virtuale. Tra gli analisti c’è ottimismo, ma guardando al passato del titolo invitano comunque alla cautela vista la potenziale volatilità, nonostante la solidità della realtà aziendale di Netflix.