Istat. Pil e inflazione dei maggiori Paesi europei

Francesco Megna -
- Advertising -

Pil e inflazione — 

di Francesco Megna

- Advertising -

Recentemente sono stati pubblicati i dati riferibili al Pil e all’inflazione dei maggiori Paesi europei, che evidenziano rilevanti differenze da uno Stato all’altro.

La nostra economia, secondo le stime Istat, ha registrato un calo dello 0,3% negli ultimi tre mesi rispetto al primo trimestre del 2023 e una crescita indicativa dello 0,6% che esprime così la decima crescita ininterrotta. Flette sia il settore primario sia quello industriale mentre registra una cauta crescita il comparto dei servizi.

- Advertising -

Per quanto riguarda la domanda il calo proviene dalla componente nazionale mentre quella estera non ha fornito un apporto utile. Per il 2023, come variazione acquisita,  la crescita si attesta negli ultimi tre mesi allo 0,8% in lieve calo rispetto al primo trimestre. Rammentiamo che il FMI ha da poco rivisto al rialzo le stime di crescita del Belpaese, i cui i risultati quest’anno dovrebbero essere migliori rispetto alla media euro. Frena l’inflazione grazie al rallentamento dell’alimentare e dei servizi oltre alla svolta positiva dei beni energetici.

I dati evidenziano rilevanti differenze da uno Stato all’altro

La Germania sembra invece uscita dalla recensione tecnica dell’ultimo inverno nonostante la stagnazione dell’economia. Negli ultimi tre mesi la ripresa dei consumi privati ha consentito la stabilizzazione dell’economia ma il Paese soffre il forte calo della produzione mentre le prospettive per il futuro rimangono fosche, anche a causa di una frenata della domanda nel comparto dei servizi. D’ altra parte la Germania rappresenta uno dei principali mercati per i beni made in Italy : le nostre aziende forniscono varie industrie tedesche , soprattutto nel settore dell’automotive e  dei beni intermedi; e quando la locomotiva tedesca frena la produzione italiana ne risente, nonostante la buona tenuta nell’anno in corso che dovrebbe evitare ulteriori stimoli negativi. Cio’ nonostante il rallentamento tedesco potrebbe avere un impatto negativo sul nostro PIL.

Per quanto riguarda invece la Francia, l’economia corre sopra le attese mentre l’inflazione diminuisce (5% circa). La crescita francese è trainata principalmente dalle esportazioni e dagli investimenti delle imprese piuttosto che dalla spesa dei consumatori.

Rallenta invece l’economia spagnola rispetto al primi mesi dell’anno mentre l’inflazione è tornata a crescere seppur poco pur rimanendo l’unica in UE vicina all’obiettivo del 2% grazie al calo rilevante dei prezzi di gas ed elettricità rispetto allo scorso anno. Cala anche il prezzo del petrolio che, contribuendo a far scendere i prezzi dei carburanti, impatta positivamente sul settore dei trasporti dell’indice dei prezzi al consumo.

Nell’Eurozona l’inflazione è calata dello 0,2% portandosi così al 5,3% ma confermando il dato core al 5,5% contrariando gli analisti che si attendevano un calo al 5,4%. Cresce invece il PIL dello 0,3% congiunturale e dello 0,6% tendenziale. Rallenta il comparto dei servizi: la richiesta di liquidità da parte delle aziende sta crollando velocemente mentre gli investimenti immobiliari e commerciali denotano segnali di debolezza.