PNRR, imprenditori italiani ottimisti: più del 50% prevede un impatto positivo a lungo termine

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Il 68% dei dirigenti aziendali italiani esprime un parere favorevole nei confronti del PNRR e del suo impatto sul sistema Paese in termini di competitività, produttività e attrattività. Inoltre, oltre il 50% degli intervistati ritiene che le riforme e le progettualità del PNRR influenzeranno positivamente le performance a lungo termine della loro azienda. Il sistema imprenditoriale italiano percepisce, quindi, i vantaggi e le opportunità derivanti dalle trasformazioni abilitate dal piano “Italia Domani”. A tal proposito, non sorprende che un terzo delle aziende intervistate abbia già adeguato la propria pianificazione strategica in funzione delle opportunità derivanti dal PNRR, specialmente nell’ambito dell’innovazione digitale e della transizione verde. Inoltre, il 60% delle organizzazioni italiane si attende un effetto “moltiplicatore” sui propri investimenti grazie agli spill-over originabili dai fondi NGEU.

A due anni di distanza dal lancio del Next Generation Europe, declinato come l’ormai noto PNRR in Italia, Deloitte ha voluto approfondire come le Società private e le Istituzioni valutano questa opportunità di trasformazione senza precedenti. In particolare, i risultati della ricerca forniscono indicazioni sulla percezione del mercato rispetto al potenziale trasformativo auspicato tra gli obiettivi del PNRR, nonché consentono di delineare le condizioni ideali affinché si possa efficientare il processo di allocazione e gestione dei fondi UE, favorendo il loro effetto moltiplicatore e generando benefici nel medio-lungo termine a livello di singola Azienda, sistema Paese e UE.

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“Proattività e flessibilità sono le parole che meglio descrivono il sistema imprenditoriale italiano in questo momento. Secondo il 90% dei dirigenti intervistati, infatti, le prospettive di crescita della propria Azienda sono rosee anche nel breve termine e per oltre il 50% delle Società queste sono riconducibili al potenziale del PNRR. Ad oggi già un terzo delle imprese intervistate ha rivisto la propria pianificazione strategica e i relativi piani d’investimento alla luce delle opportunità del Piano “Italia Domani” nell’ottica di rivitalizzare le proprie attività e sviluppare approcci al mercato innovativi, digitali e sostenibili in linea con i cambiamenti, sempre più repentini e di difficile previsione, del contesto esterno”, commenta Stefano Alfonso, il nuovo Growth Leader di Deloitte Central Mediterranean.

PNRR: innovazione e digitalizzazione sono fondamentali per i dirigenti aziendali italiani

Un altro punto fondamentale è quello a supporto dell’innovazione digitale. Il 67% dei dirigenti italiani concorda con gli obiettivi di digitalizzazione dell’UE, citando l’innovazione e la trasformazione digitale quali le priorità aziendali più importanti da perseguire. A questo proposito, più di un terzo delle organizzazioni italiane stanno aggiornando le loro strategie in tali ambiti, rispettivamente il 35% per innovazione e il 37% per digitalizzazione. I dirigenti sottolineano come le complessità e i momenti di difficoltà inducano le aziende non solo a sfruttare maggiormente il potenziale dell’innovazione (il 55%), in particolare quella digitale, per sviluppare nuovi modelli di business e approcci al mercato, ma anche a stimolare la generazione di nuove idee e il loro scale-up attraverso programmi di innovazione sempre più pervasivi (il 41%). Il PNRR e le misure abilitanti in esso contenute sono considerati, inoltre, dei catalizzatori degli investimenti privati: rispettivamente il 59% e il 62% dei dirigenti italiani intervistati dichiara che aumenterà significativamente i budget dedicati rispettivamente all’innovazione e alla digitalizzazione nel medio termine. Le aziende italiane auspicano, tuttavia, un maggiore sostegno da parte delle istituzioni alle attività private di R&S e innovazione. Questo dovrebbe essere opportunamente declinato in ambito finanziario (72%), normativo (50%) e formativo (45%).

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“In un contesto dove le disruption sono sempre più frequenti, l’innovazione, in particolare quella digitale, deve essere perseguita dalle aziende a supporto della generazione di nuovo valore e di un miglior posizionamento competitivo, con benefici per tutti i cittadini italiani. Sebbene vi siano degli ostacoli comuni nello svolgimento dei programmi d’innovazione, il PNRR e alcune delle misure in esso contenute – si pensi, ad esempio, al “Piano Transizione 4.0” oppure al “finanziamento delle start-up” – sono considerati dei reali catalizzatori degli investimenti privati: rispettivamente il 59% e il 62% delle imprese dichiara che aumenterà i budget dedicati all’innovazione e alla digitalizzazione nel medio termine grazie al PNRR. Affinché si possa dispiegare il vero potenziale in termini di innovazione auspicato dal PNRR è necessario un intervento di Governo e Parlamento in ambito normativo, tramite lo sviluppo di un quadro legislativo e regolamentare più semplice e ricettivo dell’innovazione, ed in ambito formativo, tramite il potenziamento del valore del capitale umano in termini di reskilling e upskilling”, continua Alfonso.

Il PNRR per la transizione verde: 6 aziende su 10 aumenteranno gli investimenti in sostenibilità

Oltre 4 aziende italiane su 10 percepiscono la sostenibilità come la chiave per l’ampliamento delle opportunità di business. Questa dinamica è anche corroborata dal fatto che secondo il 55% degli intervistati entro il 2030 i benefici di un modello di business sostenibile avranno già superato i relativi costi. In questo contesto, per 2 manager su 3 le riforme e gli investimenti previsti dal PNRR svolgeranno un ruolo chiave nel migliorare gli sforzi di sostenibilità delle proprie organizzazioni e per circa un dirigente italiano su 2 la sostenibilità e la transizione verde sono aree prioritarie da finanziare, in caso di disponibilità di ulteriori fondi. Alla luce delle misure previste dal Piano “Italia Domani” e dei cambiamenti attesi, il 27% delle aziende dichiara di aver già avviato un processo di ripensamento del proprio approccio alla sostenibilità, talvolta radicale, mentre il 59% delle aziende ne aumenterà i budget. Il supporto delle istituzioni è particolarmente auspicato in ambito economico-finanziario attraverso ulteriori forme di incentivazione fiscale (65%) e in ambito legislativo attraverso la semplificazione del quadro normativo (36%).

“I dati della ricerca confermano un’attitudine positiva e proattiva da parte delle aziende italiane nell’impostare modelli di business sempre più sostenibili e responsabili. In questo contesto, il PNRR ricopre un ruolo determinante nel favorire e supportare la transizione delle aziende e dell’intero sistema Paese verso un modello più green, come indicato da 2 dirigenti intervistati su 3. Inoltre, circa il 50% dei dirigenti identifica la sostenibilità e la transizione verde come aree prioritarie da finanziare, in caso di disponibilità di ulteriori fondi dopo il termine del programma NGEU. In questo senso, i 2,76 miliardi di euro addizionali, resi disponibili dal programma REPowerEU rappresentano un’ulteriore opportunità per il nostro Paese”, commenta Alfonso.

Le principali sfide nell’accesso alle iniziative del PNRR

Sebbene i risultati indichino un sentiment positivo delle aziende italiane verso il PNRR, le sfide che queste si trovano ad affrontare nel momento in cui si apprestano a partecipare ai bandi di gara del Piano non sono poche. Due aziende su 3 si dicono interessate – con il 22% del campione che ha già identificato le gare a cui intende partecipare – ma solo il 2% di quelle che operano sul territorio nazionale hanno già presentato domanda per partecipare a uno o più bandi di gara. Tra le sfide maggiori ci sono quelle legate ai criteri di ammissibilità che spesso sono troppo specifici o poco chiari (57%) e la difficoltà di reperire adeguate informazioni (44%). Infine, le aziende ritengono che il periodo di ammissibilità della spesa risulti troppo breve (43%) e le scadenze amministrative, connesse al bando e alla sua realizzazione, troppo compresse (32%). Una quota non trascurabile del campione intervistato (il 38%) richiede poi un maggiore supporto da parte delle istituzioni preposte lungo tutto il processo di partecipazione ai bandi del PNRR. Una situazione simile si riscontra anche con riferimento alle misure fiscali, finanziate attraverso i fondi NGEU. Dunque, cogliere le opportunità del piano “Italia Domani” richiede uno sforzo non indifferente e, alla luce di questa necessità, 4 organizzazioni su 10 hanno già allestito una task-force interna, che spesso collabora con terze parti specializzate.

“In generale quindi, il programma NGEU e la sua declinazione nazionale in termini di PNRR sono opportunità uniche anche per la crescita del nostro Paese negli anni a venire. Affinché vengano massimizzati i potenziali ritorni – diretti e indiretti – di tale programma, le Istituzioni sono chiamate a garantire una comunicazione più efficace a tutti i livelli, così da incrementare ulteriormente la consapevolezza sul PNRR e sul relativo stato di attuazione, nonché ad assicurare una reale semplificazione delle normative che regolano gli appalti pubblici e gli incentivi. È infine opportuno sottolineare che i dirigenti italiani chiedono anche un ulteriore sforzo al Governo, oltre a quanto già previsto dal programma NGEU, attraverso la predisposizione di adeguate politiche in grado di garantire un supporto attivo al tessuto imprenditoriale nazionale con una visione a medio/lungo termine, in ottica di sostenibilità ambientale, digitale e sociale”, chiude Alfonso.