Orientarsi tra i titoli azionari guardando all’inflazione

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Orientandosi tra le complessità di tensioni geopolitiche e incertezze economiche, nel 2024 la politica monetaria continua a dominare il sentiment e a guidare l’andamento dei mercati azionari. Le aspettative degli investitori in merito ai tagli dei tassi quest’anno non sembrano in linea con le comunicazioni delle banche centrali, rendendo il relativo ambiente difficile.

Le aspettative relative agli utili degli Stati Uniti rimangono elevate

Le aspettative degli investitori sugli utili negli Stati Uniti si attestano intorno all’11,4% nel corso del 2024. Se i dati economici e i consumatori si manterranno forti, tale risultato potrebbe essere raggiunto. Allo stesso tempo, la minore inflazione, il miglioramento della crescita dei salari reali e il calo dei tassi potrebbero favorire una ripresa di fine ciclo. Le aziende statunitensi si trovano ad affrontare una potenziale compressione dei margini lordi a causa del calo dell’inflazione e dell’affievolirsi del boom dei consumi di servizi in seguito alla riapertura. Le aziende del settore tecnologico rimangono ricche di liquidità, mentre le piccole imprese pagano più del 9% per il capitale circolante.

Eurozona: alla ricerca del rimbalzo

Lo scorso anno le azioni europee hanno offerto un rendimento del 22%. A differenza degli Stati Uniti, in Europa la performance dei mercati azionari è stata più ampia. Gli europei sono stati colpiti più duramente dai recenti aumenti dei tassi a causa della maggiore percentuale di mutui e prestiti a lungo termine a tasso variabile.

Nonostante le conseguenze dell’aumento dei tassi, l’eccesso di risparmio delle famiglie ammonta attualmente al 14% del reddito annuale, rispetto all’11% di due anni fa. I salari reali stavano diminuendo, mentre ora stanno crescendo a un ritmo del 3%, ovvero il più veloce degli ultimi trent’anni, dando ai consumatori un ampio potere d’acquisto. Alcuni segnali iniziali indicherebbero che il peggio potrebbe essere passato e che lo slancio dell’economia starebbe iniziando a stabilizzarsi. Nel 2024 la crescita dovrebbe registrare una modesta ripresa, grazie al calo dell’inflazione che favorisce i redditi reali, alla ripresa della domanda globale, alla fine della riduzione delle scorte industriali e alla realizzazione dell’allentamento monetario. Nel contesto attuale, i titoli azionari in grado di sovraperformare sono quelli quality a lunga duration con un orientamento alla crescita. Il mercato europeo sta passando a un approccio maggiormente orientato alla crescita. Le azioni europee vengono attualmente scambiate alla valutazione più bassa (ovvero un rapporto prezzo/utili (P/E) di 13,5x) rispetto alle azioni dei mercati sviluppati, e con un dividend yield più elevato, pari al 2,65%.

La grande forza delle azioni giapponesi

Per le azioni giapponesi, il 2023 si è chiuso in bellezza. Il rally del mercato azionario giapponese nel 2024 potrebbe essere alimentato da diversi catalizzatori, tra cui l’aumento degli investimenti in capitali e la crescita dei salari, la revisione del Nippon Individual Savings Account (NISA) e le iniziative di riforma in materia societaria in corso in Giappone. I recenti dati sull’inflazione continuano a rallentare in quanto i costi delle importazioni precedentemente elevati si ripercuotono sul sistema in presenza di una domanda interna debole. Per accedere al Giappone, continuiamo a privilegiare i titoli che pagano dividendi elevati e orientati al valore, in quanto destinati a beneficiare di una maggiore crescita degli utili, delle riforme aziendali e dell’indebolimento dello yen. Il settore automobilistico, che rappresenta una parte importante del mercato azionario, continua a recuperare, con profitti internazionali favoriti dall’indebolimento dello yen. Le esportazioni giapponesi dovrebbero inoltre essere favorite dalla ripresa della domanda globale del settore tecnologico. Lo yen potrebbe apprezzarsi nel 2024 grazie alla riduzione degli spread tra i tassi di interesse statunitensi e quelli giapponesi. Uno yen più forte potrebbe rinnovare i timori di un possibile effetto negativo sugli utili societari. Tuttavia, la forza della moneta non dovrebbe ostacolare più di tanto i titoli azionari del Paese, in quanto il mercato confida in una maggiore vitalità dell’economia, un aumento dei salari e un miglioramento degli investimenti in capitali

Il panorama in evoluzione dei mercati emergenti

Dopo la pandemia di COVID-19, il riassetto della globalizzazione, spesso definito “reshoring”, ha modificato il quadro della produzione manifatturiera, a vantaggio del panorama dei mercati emergenti. L’aumento delle tensioni geopolitiche e le perturbazioni delle catene di approvvigionamento hanno spinto le aziende a spostare queste ultime più “vicino a casa”. Anche il Messico, grazie alla sua prossimità agli Stati Uniti, ne ha tratto vantaggio. Con una popolazione in età lavorativa molto numerosa e un costo della manodopera contenuto, l’India è un importante beneficiario di questa tendenza di lungo periodo. La decarbonizzazione dovrebbe favorire la domanda di materie prime. I mercati emergenti, come Sudafrica, Messico, Cile e Brasile, potranno trarre vantaggio dall’abbondanza dell’offerta di materie prime. Dopo anni di investimenti scarsi nelle commodity in generale, l’impegno per la decarbonizzazione dell’economia globale sarà probabilmente una manna per la domanda, dato che le tecnologie verdi necessitano di notevoli quantità di materie prime.

Mind the gap

I margini di profitto dei mercati emergenti sono vicini ai minimi ciclici e hanno un notevole potenziale di recupero. Le valutazioni P/E dei relativi titoli rimangono al di sotto delle loro medie di lungo periodo e il divario P/E rispetto ai titoli globali è prossimo al livello più alto degli ultimi 20 anni. Prevediamo che, nel 2024, la ripresa degli utili, l’indebolimento del dollaro statunitense e l’allentamento della politica monetaria sosterranno la performance dei titoli azionari dei mercati emergenti. Nell’ambito degli EM, la nostra preferenza relativamente ai fattori rimane orientata verso dividend e value.

Conclusione

Le prospettive a lungo termine per i rendimenti azionari restano interessanti. Tuttavia, dopo oltre un decennio, il rendimento implicito degli utili dei titoli azionari globali si trova ad affrontare la forte concorrenza della liquidità e dei rendimenti del reddito fisso. Ciononostante, ora che l’inflazione si sta stabilizzando e le aspettative di un allentamento della politica monetaria stanno prendendo forma, i titoli azionari consentiranno agli investitori di generare rendimenti reali superiori all’inflazione per raggiungere i loro obiettivi a lungo termine. La liquidità, purtroppo, non ha battuto l’inflazione in nessuno degli ultimi 12 anni. In un contesto caratterizzato da una crescente incertezza geopolitica, ambiguità sulla tempistica dei tagli dei tassi e incertezza economica, gli investitori dovrebbero cercare di adottare un approccio equilibrato tra rischio di valutazione e di redditività.