2024 Capital Market Assumptions: scenari e ipotesi di rendimento degli asset per i prossimi 10 anni

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Le Capital Market Assumptions di Amundi offrono ogni anno agli investitori previsioni aggiornate su 40 asset class, con l’aggiunta quest’anno dell’azionario dei mercati emergenti Cina esclusa. Le nuove ipotesi macro tengono conto dei cambiamenti nelle traiettorie di transizione energetica e dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla crescita della produttività. I nuovi rendimenti attesi a 10 anni sono la base per una asset allocation strategica che evidenzia importanti cambiamenti nelle aspettative di rischio-rendimento e nel ruolo delle diverse asset class per la costruzione del portafoglio.

Vincent Mortier, Group CIO di Amundi, ha dichiarato: “I prossimi dieci anni dovrebbero vedere un cambiamento nell’attrattiva relativa delle diverse asset class. Le obbligazioni sono l’ancora e la loro rinnovata popolarità si estende ai mercati emergenti. Anche l’azionario dei mercati emergenti dovrebbe essere favorito, in particolare l’India. Anche le azioni europee dovrebbero riacquistare un certo appeal”.

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Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute, ha aggiunto: “Il cambiamento climatico, la transizione energetica e la geopolitica spingeranno probabilmente i paesi verso percorsi di crescita diversi. Potrebbero emergere nuovi vincitori, mentre le banche centrali dovranno gestire un delicato equilibrio, mantenendo la stabilità dei prezzi e costi per il servizio del debito accessibili per finanziare la transizione.”

Scenario centrale 2024: rischi crescenti a causa dei ritardi nelle politiche per il clima

Rispetto all’edizione dello scorso anno, abbiamo rivisto lo scenario centrale del 2024 per riflettere l’evoluzione nell’economia globale determinata da cambiamento climatico, tensioni geopolitiche e potenziale impatto a lungo termine dell’intelligenza artificiale. Lo scenario centrale del 2024 tiene conto di una maggiore probabilità di ritardi nelle politiche per il clima e di una riduzione delle prospettive di raggiungere l’obiettivo di 1,5-2°C entro il 2050.

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Queste revisioni hanno importanti implicazioni macro per il prossimo decennio, con rischi di transizione complessivamente più bassi e rischi fisici più elevati, poiché i costi vengono distribuiti su un periodo di tempo più lungo:

  • Le banche centrali dovranno conciliare gli obiettivi di politica monetaria, gli elevati livelli di debito e la necessità di rendimenti a lungo termine relativamente bassi per finanziare la transizione.
  • Inflazione – Le nostre previsioni di inflazione a breve termine rimangono al di sopra degli obiettivi delle banche centrali, ma sono state ridotte rispetto allo scorso anno perché i costi della transizione energetica sono diluiti su un periodo di tempo più lungo. Nel medio-lungo periodo, l’aumento della produttività, trainato dall’intelligenza artificiale, e una più generale riduzione dei costi spingeranno l’inflazione verso gli obiettivi delle banche centrali.
  • Crescita – Al contrario, i livelli di crescita a 10 anni dei mercati sviluppati sono stati rivisti al rialzo a causa del ritardo delle politiche per il clima e di alcuni effetti positivi derivanti dall’adozione dell’intelligenza artificiale. Riteniamo che questa adozione sarà graduale, data la necessità di valutare i costi sociali ed energetici dell’intelligenza artificiale. Nel percorso verso il 2050, i maggiori rischi fisici derivanti da eventi meteorologici estremi e gli effetti decrescenti dell’intelligenza artificiale dovrebbero far diminuire la crescita.
  • Nel periodo 2024-2033 la crescita annuale dei mercati emergenti sarà del 2,3% superiore alla media dei mercati sviluppati. Questo vantaggio nella crescita diminuirà nei due decenni successivi, perché la strada verso il net zero appare più impegnativa per molti mercati emergenti. Tuttavia, vediamo anche che alcuni paesi emergenti beneficiano della transizione, come Cile e Indonesia e in particolare i paesi ricchi di minerali fondamentali.
  • Una tassa sul carbonio, la cosiddetta Carbon Tax, avrebbe un impatto significativo sulla crescita e sull’inflazione, in particolare per i paesi emergenti e le famiglie con basso reddito. Una transizione equa è al centro delle argomentazioni a favore della Carbon Tax.

Asset allocation strategica: la diversificazione mette in luce nuove classi di attivi

I rendimenti attesi a 10 anni sono in media leggermente inferiori rispetto alle aspettative dello scorso anno, ma vediamo un cambiamento nelle preferenze relative delle diverse asset class. I rendimenti attesi più bassi e la maggiore volatilità avranno importanti implicazioni anche in termini di asset allocation strategica.

  • Riorganizzazione dei profili delle asset class. Dopo il forte ritorno dello scorso anno, la view di lungo termine sulle obbligazioni di alta qualità rimane positiva. Il debito dei paesi emergenti, gli hedge fund e il private debt sono le asset class che offrono il potenziale di rendimento più interessante con un rischio medio. Tra le azioni dei mercati sviluppati, il mercato statunitense dovrebbe essere complessivamente in ritardo (5,6% di rendimento annualizzato previsto per i prossimi 10 anni), a causa delle valutazioni costose, mentre le azioni del Pacifico escluso il Giappone e quelle europee potrebbero offrire rendimenti migliori (circa 6,5%). Le azioni indiane, quelle dei mercati emergenti esclusa la Cina e il private equity spiccano come le asset class con il più alto potenziale di rendimento (superiore al 7%). Il settore sanitario, i servizi informatici e di comunicazione e i finanziari dovrebbero essere i vincitori a livello globale.
  • Un’asset allocation strategica più diversificata. I portafogli dovranno essere ancora più diversificati per far fronte alla maggiore volatilità attesa degli asset rischiosi e per aumentare il potenziale di rendimento.Continuiamo a considerare il reddito fisso come un motore fondamentale del portafoglio, in particolare gli asset di alta qualità. L’aumento della volatilità azionaria obbligherà gli investitori a cercare ulteriori fonti di diversificazione, come il debito dei paesi emergenti.
  • Asset reali e alternativi in primo piano. Gli asset reali e alternativi contribuiranno a migliorare i profili di rischio-rendimento a lungo termine dei portafogli e meritano un’allocazione del 20% circa. Gli hedge fund e il private debt sono preferiti dagli investitori con un profilo di rischio moderato, mentre il private equity è destinato agli investitori con una maggiore propensione al rischio. Le infrastrutture rappresentano un buon diversificatore che potrebbe beneficiare di importanti investimenti finalizzati alla mitigazione e all’adattamento al clima.