Coinbase svela il futuro delle stablecoin

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Lo scorso agosto, dopo un anno da quando aveva presentato richiesta formale, Coinbase ha ottenuto l’autorizzazione legale per proporre ai suoi clienti retail statunitensi futures sulle criptovalute. Secondo un recente studio, negli USA sono circa 58,8 i cittadini che hanno investito negli asset digitali, il 18% in più rispetto al 2022, e una notizia come questa non potrà che agire in favore dell’adozione di massa e quindi sostenere questo trend, magari spingendo per ulteriori spinte normative che regolino (e non censurino) il mercato cripto. Non a caso, i primi provvedimenti presi dalla società sembrano essere indirizzati proprio a sostenere questo aumento del volume di trading soprattutto dei derivati (che già oggi rappresentano il 75% del business totale), in quanto prevedono la creazione di un ampio bacino di liquidità attraverso l’acquisto di futures in BTC e in ETH per un valore rispettivamente pari a 4,7 e 2 miliardi di dollari.

Tuttavia, l’evento che ha destato la maggiore curiosità è anche quello che potrebbe avere meno impatto nel breve periodo, ovvero l’acquisto da parte di Coinbase di un pacchetto azionario di Circle, l’emittente della stablecoin USDC. Questa decisione non è solamente rivelatrice del livello di solidità che questo comparto e la sua comunità hanno raggiunto, ma indica anche come in questo si sia raggiunta una concorrenza tale da rendere molto difficile la sopravvivenza di quegli asset basati sulle tecnologie più deboli, mentre, al contrario, le stablecoin veramente innovative, come quella appena lanciata da PayPal, potrebbero registrare percorsi di crescita molto duraturi nel tempo, ed essendo USDC la maggiore delle stablecoin per capitalizzazione, il significato dietro la mossa di Coinbase appare lampante.

Inoltre, dovrebbero essere in arrivo nuovi provvedimenti che contribuiranno a una maggiore regolamentazione del segmento, che potrebbero sostenere il trend di crescita previsto e fare la fortuna di PayPal e di molti altri progetti. Per fare un esempio, il 28 agosto, i membri del Financial Services Committee hanno inviato una lettera al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, in cui si oppongono alla “Creation of Novel Activities Supervision Program”, pubblicato il giorno dopo il lancio di PYUSD, che mira a vigilare e a monitorare le attività in stablecoin intraprese dalle banche sotto la giurisdizione della Fed. Nella lettera, il Comitato ha scritto che la mossa della Fed mina i progressi del Congresso sullo sviluppo di un quadro normativo per le stablecoin usate come mezzo di pagamento. Anche se non possiamo prevedere come si concluderà questa vicenda nello specifico, noi di 21Shares riteniamo che l’invio della comunicazione in sé sia rappresentativo di quanto adesso sussista anche una volontà politica di ottenere una regolamentazione chiara, mentre le azioni della Fed testimoniano quanto l’adozione di questi asset digitali non potrà che aumentare progressivamente e inesorabilmente.