Giovani e cultura finanziaria

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Sono state pubblicate le prime evidenze dalla nuova indagine condotta dalla Banca d’Italia sull’alfabetizzazione finanziaria dei giovani di età tra i 18 e i 34 anni in Italia. L’indagine, svolta nel primo trimestre del 2023, rileva la comprensione di concetti economico-finanziari di base e i comportamenti tenuti in campo finanziario. Sono raccolte informazioni anche su abitudini, aspirazioni e interesse verso i temi economico-finanziari.

Alle domande sui principali concetti economici – inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio – risponde correttamente il 35 per cento degli intervistati. Le conoscenze finanziarie sono più alte tra gli
studenti e tra i diplomati o i laureati in discipline scientifiche o tecniche; vi è un divario di genere a sfavore
delle donne. Tra coloro che abitano in casa dei genitori, il 47 per cento si occupa della gestione del bilancio familiare, da solo o collaborando con altri familiari; il 38 ha a disposizione alcune somme di denaro da gestire in autonomia; il 15 non ha alcuna responsabilità nella gestione del denaro. Oltre il 90 per cento dei giovani che non vivono con i genitori è coinvolto nella gestione del bilancio familiare, anche in collaborazione con altri conviventi. A parità di altre condizioni, le conoscenze finanziarie sono più alte tra coloro che godono di una certa indipendenza economica o gestiscono delle somme di denaro autonomamente pur vivendo in famiglia.

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Circa il 70 per cento dichiara di avere un livello di digitalizzazione elevato. Circa la metà non ritiene necessario formulare piani per la vecchiaia e non investirebbe mai in fondi pensionistici a causa dei rischi di perdite; comunque il 43 per cento accantona dei risparmi a fine mese. Gli strumenti di pagamento e quelli per la gestione corrente sono diffusi; è modesta la partecipazione ai mercati finanziari. In particolare, tre intervistati su quattro detengono un conto corrente; due terzi hanno carte di debito; due terzi hanno carte prepagate; i giovani che detengono almeno una carta – di debito, credito, o prepagata – sono il 90 per cento. D’altra parte, solo il 14 per cento ha sottoscritto, almeno una volta, azioni o obbligazioni. Tra gli occupati, la percentuale di coloro che hanno aderito a fondi pensione è pari al 20 per cento; scende tra le donne e tra i meno istruiti.

L’uso della finanza digitale è relativamente diffuso tra i giovani. Le attività più frequenti riguardano l’esecuzione di pagamenti online, la gestione online dei conti correnti e l’uso di carte di pagamento. Sono
meno diffuse la sottoscrizione di polizze assicurative online, l’abitudine a informarsi online per un prestito e, infine, l’uso di piattaforme online per il trading e per l’accesso a servizi di robo advisor. A parità di altre condizioni, la familiarità nell’uso dei servizi di finanza digitale è più alta tra coloro che hanno maggiori
conoscenze finanziarie. Lo è meno tra le donne, tra chi non ha un lavoro e, infine, non ha l’opportunità di esercitare scelte autonome nell’uso del denaro.

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Secondo i giovani, il tema più urgente su cui dovrebbero concentrarsi le politiche economiche riguarda la protezione dell’ambiente (54 per cento). Tra le altre priorità, rientrano il contrasto alla disoccupazione e alla povertà e il miglioramento del sistema di istruzione/formazione. La sensibilità dei giovani in materia di ambiente si accompagna a una conoscenza diffusa della finanza sostenibile (circa il 40 per cento dichiara di conoscere i criteri di sostenibilità ESG). Tra coloro che risparmiano però, solo il 13 per cento ne tiene già conto nelle scelte di allocazione del portafoglio; il 18 lo farebbe se l’offerta di strumenti finanziari ESG fosse più ampia. Dei tre criteri di sostenibilità ESG, quello ambientale è ritenuto il più importante.

A parità di altre condizioni, le prospettive dei giovani sono più ottimistiche tra coloro che hanno maggiori conoscenze finanziarie. Le prospettive riguardano la fiducia circa la possibilità di cogliere le opportunità di crescita professionale, di svolgere attività in linea con le proprie inclinazioni e, infine, di migliorare la propria condizione economica. Inoltre, le conoscenze finanziarie si associano positivamente a elementi di cittadinanza attiva (partecipazione elettorale e volontariato). Chi ha maggiori conoscenze finanziarie è anche più orientato a considerare le competenze tra i fattori cruciali per trovare un buon lavoro rispetto ad altri fattori, come la fortuna, il passaparola e la raccomandazione .

Per quel che riguarda i canali informativi  circa le tematiche economico-finanziarie, i giovani dichiarano di tenersi aggiornati principalmente attraverso i social media (34 per cento), la televisione (32) e siti web o giornali dedicati (24); il 17 non ha l’abitudine di aggiornarsi sui temi economici e finanziari; la percentuale sale tra le donne e tra i meno istruiti. Il questionario ha chiesto agli intervistati di indicare chi sarebbe maggiormente in grado di soddisfare la propria esigenza di educazione finanziaria. Scuola e università sono preferite tra i giovani tra 18 e 23 anni All’aumentare dell’età cresce la preferenza per banche e istituzioni finanziarie. Anche la famiglia rientra tra le preferenze indicate, in particolare dalle donne e dai meno istruiti.

Infine, il 10 per cento dichiara di non aver interesse verso l’educazione finanziaria; la percentuale è più alta tra le donne e tra i meno istruiti. Le applicazioni per dispositivi mobili sono lo strumento preferito dai giovani che vogliono migliorare le proprie conoscenze finanziarie (oltre il 40 per cento). Tra gli strumenti preferiti figurano le lezioni con i docenti e i materiali didattici cartacei (33 e 30 per cento).