La nuova minaccia per l’economia globale: gli attacchi dei pirati nel canale di Suez

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Il canale di Suez è una rotta commerciale chiave che collega Oceano Indiano e Mar Mediterraneo. Ma oggi i pirati, ribelli Houthi stabilitisi nello Yemen, stanno obbligando le navi cargo ad abbandonare questa rotta. Il passaggio per il Canale di Suez è diventato quasi impossibile, per questo le marine militari di Regno Unito e USA stanno intervenendo con fermezza. Oggi una nave che parte dal Golfo Persico, passando per il Canale di Suez arriva a Rotterdam con un tragitto di circa 12 mila km.: se costretta alla circumnavigazione dell’Africa, invece, percorre almeno 20 mila km. Quindi occorre quasi il doppio del tempo. Alcuni imprenditori hanno dichiarato che questa deviazione sta facendo aumentare i loro costi fino al 250%. Nonostante ciò, molte grandi società di trasporti hanno comunque deciso di cambiare rotta e far passare le loro navi dall’Africa. L’effetto è chiaro: il ritardo fa perdere opportunità. Giusto per fare un esempio, c’è il rischio che i regali per San Valentino o le tradizionali merci dedicate alla Pasqua non arrivino in tempo. Recentemente anche il colosso britannico del petrolio e del gas BP ha deciso di interrompere le sue rotte nel canale di Suez. Il risultato finale, quindi, è che i costi dei trasporti si stanno nuovamente alzando creando problemi a tutti i settori dell’economia.

L’Italia

Luigi Merlo presidente di Federlogistica, affermava oggi a Tg3 che il problema è ancor più grave nel caso dell’Italia, perché il 40% delle merci transita proprio dal Canale di Suez. Già nei giorni scorsi aveva sottolineato come il prolungarsi di questa situazione costringe, per ragioni di sicurezza, le navi a circumnavigare l’Africa per raggiungere i porti italiani, il che significa un viaggio più lungo, in media dieci giorni, con ripercussioni sui tempi di consegna e sui costi a carico del trasportatore. Una situazione quindi che rischia di danneggiare soprattutto i porti del Mediterraneo e quelli italiani in particolare che hanno in Suez la loro porta naturale.

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Il trasporto globale a rischio

A dire il vero, tutto il trasporto globale di container sta subendo ritardi e interruzioni sia per Suez come abbiamo detto, sia per il Canale di Panama che ora è in grado di operare al 66% della sua capacità, a causa dei bassi livelli dell’acqua. Se i missili Houthi lanciati per sabotare il Canale di Suez ostacolano il commercio tra Asia ed Europa, la mancanza di pioggia a Panama provoca ritardi e il ritorno ad una situazione di congestione sulle rotte tra Asia e Nord America. Per non parlare di altre problematiche che abbiamo descritto nel nostro articolo di ieri su questo tema.

L’Autorità del Canale di Suez riferisce che i transiti continuano

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L’Autorità del Canale di Suez ha rilasciato una dichiarazione negando le voci secondo cui le sue operazioni erano state influenzate dagli attacchi notturni delle forze statunitensi e britanniche e dalla ripresa degli attacchi da parte dei ribelli Houthi. La dichiarazione giunge mentre le forze militari hanno consigliato alle navi di evitare l’area intorno allo Yemen e le Associazioni di categoria e i Consulenti per la sicurezza hanno avvertito che la situazione probabilmente rimarrà instabile e molto pericolosa per i prossimi giorni.
“Non c’è nulla di vero nella sospensione della navigazione nel Canale a causa degli sviluppi della situazione nella regione del Mar Rosso”, ha dichiarato il presidente dell’Autorità del Canale di Suez, Osama Rabie. “La navigazione è regolare in entrambe le direzioni”.

In effetti oggi pare siano transitate nel canale 44 navi per un totale di 2,3 milioni di tonnellate. Questo, tuttavia, è in calo di oltre il 40% rispetto a metà dicembre. I transiti programmati fino a lunedì prossimo in entrambe le direzioni sono uguali ai transiti in direzione nord del 21 aprile 2023, quando il Canale di Suez ha stabilito un record per volume giornaliero. Otto mesi fa, senza la situazione geopolitica, il Canale di Suez ha raggiunto un totale di 95 navi in un giorno, 43 dirette a nord per un totale di 2,8 milioni di tonnellate nette e 52 dirette a sud per un totale di 2,8 milioni di tonnellate nette. Il record di 95 navi è stato di un totale di 5,6 milioni di tonnellate nette.

Pur non commentando gli attacchi contro le posizioni degli Houthi, sia Hapag-Lloyd, sia Maersk fanno confermato alla stampa di apprezzare gli sforzi per ripristinare la sicurezza nel passaggio del Mar Rosso. Maersk ha accolto con favore la presenza navale, sperando che riduca la minaccia, anche se sono convinti che potrebbero volerci mesi per stabilizzare la regione.