Toyota lancia la sfida sulle batterie allo stato solido; chi ne beneficerà?

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La Toyota ha recentemente fatto notizia per aver dichiarato di essere sul punto di produrre su larga scala una tecnologia che potrebbe rappresentare una svolta per i veicoli elettrici (EV): le batterie allo stato solido. Se dovesse riuscirci, queste potrebbero garantire ai veicoli elettrici un’autonomia di 1.200 km, ovvero oltre il doppio di quella della maggior parte dei veicoli a batteria, con un tempo di ricarica di 10 minuti o meno.

I vantaggi delle batterie allo stato solido sarebbero molteplici: una densità energetica molto maggiore e una sicurezza migliore oltre a un minor rischio di esplosioni o incendi. Inoltre, grazie alla maggiore densità energetica e alla minore necessità di componenti di sicurezza, le dimensioni della batteria possono essere molto più piccole, il che la rende ideale per il trasporto su strada.  Quindi, se le auto alimentate dalla tecnologia allo stato solido arriveranno sul mercato già nel 2027 o 2028, come sostiene la Toyota, e se tale tecnologia è così rivoluzionaria come promette di essere, chi potrebbe trarne il maggiore vantaggio?

Consumatori

Un recente sondaggio condotto da Recurrent ha rivelato che il 76% dei potenziali proprietari di veicoli elettrici si preoccupa dell’autonomia, anche se questa percentuale scende a circa il 59% degli attuali proprietari. Il miglioramento dell’autonomia e la riduzione dei tempi di ricarica contribuiranno certamente ad alleviare le preoccupazioni di molti potenziali acquirenti di veicoli elettrici.

Materie prime

C’è una sovrapposizione tra i materiali utilizzati in una batteria allo stato solido e quelli impiegati nelle batterie agli ioni di litio. I produttori di materie prime fondamentali come il litio e il manganese, tra gli altri, trarranno vantaggio da una più ampia adozione della tecnologia.

Case automobilistiche

All’inizio dello scorso anno ci siamo uniti al coro di voci che criticavano la Toyota per la sua mancanza di strategia nel campo dei veicoli elettrici. Le vendite mondiali di veicoli elettrici plug-in hanno raggiunto quota 1,3 milioni a ottobre 2023; a dominare la classifica dei 20 modelli più venduti sono state le case automobilistiche cinesi. La Toyota, una delle più grandi case automobilistiche al mondo, non compare tra i nomi, nonostante sia stata una delle prime a entrare nel settore delle auto ibride a ricarica automatica.

Ma un cambio di leadership nel corso dell’anno ha probabilmente catalizzato una rinnovata spinta all’azione per riscattare la sua reputazione di casa automobilistica leader. Anche se, in parte, questo può essere attribuito a un contesto macroeconomico più favorevole (svalutazione dello yen) per gli esportatori giapponesi, la traiettoria del prezzo delle azioni della Toyota nel 2023, in particolare nella seconda metà dell’anno, suggerisce che i mercati hanno iniziato a guardare con più favore all’azienda dopo i titoli di giornale sullo stato solido.

Ma i vantaggi di questa tecnologia ricadranno su tutte le case automobilistiche, che potranno sfruttarla a loro volta. A ottobre dello scorso anno, la casa automobilistica cinese Nio ha presentato al governo del Paese la richiesta di aggiungere le batterie allo stato solido ad altri 11 modelli, dopo averla già presentata in precedenza per 3 modelli. È chiaro che altre case automobilistiche stanno prendendo nota della tecnologia e sono desiderose di unirsi al coro.

Tecnologie emergenti

L’innovazione potrebbe dare impulso anche ad altre tecnologie. Un esempio ovvio è la sostituzione delle batterie. Una batteria più piccola, con una struttura potenzialmente modulare, potrebbe facilitare la sostituzione delle batterie, un’operazione che potrebbe essere particolarmente vantaggiosa nei veicoli commerciali.

La sostituzione delle batterie può inoltre ridurre il costo iniziale dell’acquisto di veicoli elettrici, siano essi autovetture o veicoli commerciali di grandi dimensioni. Se gli acquirenti possiedono il veicolo, ma non la batteria, e si abbonano a un servizio apposito, non solo si ridurranno i costi di proprietà, ma anche le preoccupazioni sulla relativa durata.