Dio. La scienza, le prove: l’alba di una rivoluzione. Il libro di Bolleré e Bonassies che va a ruba in Francia

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Dio. La scienza, le prove”, di Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies è un libro fondamentale, in senso letterale. Dimostra in modo assolutamente innovativo l’esistenza di Dio.

Vediamo allora che cosa l’editore ha pubblicato al momento del lancio del libro nella versione francese originale.

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L’esistenza di Dio

Stabilire scientificamente l’esistenza di Dio per qualcuno è impossibile, ma per chi è credente è comunque non del tutto superfluo. Le ultime scoperte della scienza significano la morte dello scientismo e del materialismo un po’ grezzo. La “scienza” del XIX secolo, erede della “Filosofia dell’Illuminismo”, si basava su due assiomi: l’eternità dell’Universo e della materia in esso contenuto – e la sua stabilità.

Resta inteso che se l’Universo è eterno, ovviamente non ha inizio. Ciò esclude per definizione la presenza di un Creatore. L’eternità dell’Universo presuppone che sia stabile, che non esista uno stato finale della materia. In questo caso tutto è governato da leggi deterministiche; nulla può sfuggire a queste. L’essere umano non è altro che polvere di nessun valore, sperduta da qualche parte nello spazio infinito. Ovviamente, anche il concetto di vita a questo punto non ha significato e ci troviamo di fronte alla sua inevitabile assurdità.

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Quando però Georges Lemaître scopre quello che oggi viene chiamato il “Big Bang” – una nozione che sarà confermata da Edwin Hubble – impariamo a pensare che l’universo dovrebbe avere un inizio puntuale, addirittura si sta espandendo… Le scoperte si susseguiranno nel tempo – e quella dei “buchi neri” mostrerebbe che esiste uno stato finale della materia. L’Universo ha quindi un inizio e una fine; tra i due estremi, è lungi dall’essere immobile.

Il “big bang”

Il “big bang” è un nome popolare, ma non molto felice: in realtà, l’espansione dell’Universo è un processo molto organizzato, processo metodico, diretto da più di venti costanti cosmologiche regolate fin dall’inizio con incredibile precisione. Tutto ciò tradisce la volontà iniziale di un matematico di alto livello che, ovviamente, ha organizzato questo processo in modo che in un dato momento un essere cosciente potesse diventare il suo interlocutore. Questo è ciò che noi chiamiamo il “principio antropico“.

Il libro contiene un interessante dossier sugli scienziati che furono perseguitati, imprigionati, giustiziati, a causa del loro sostegno al concetto di “Big Bang”. È interessante notare che due dei regimi dittatoriali più spietati – i bolscevichi e i nazisti – perseguitarono attivamente questi scienziati, per due ragioni opposte ma simmetriche: i bolscevichi avevano capito che l’inizio dell’Universo presupponeva un Creatore – il che ovviamente si opponeva al loro ateismo militante e al loro materialismo. Quanto ai nazisti, non accettarono l’idea di un Universo finito, perché ai loro occhi la dittatura e la supremazia degli ariani su tutta l’umanità – considerati come subumani destinati alla schiavitù o allo sterminio – doveva essere eterna…

Le conoscenze scientifiche

Questo libro ha il vantaggio di “aggiornare” le nostre conoscenze scientifiche: se è vero che sul versante biologico alcuni scienziati, negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, avevano tentato di ricostituire una “brodo primordiale”, imitando le condizioni che regnavano nell’atmosfera delle prime età della terra e vi avevano trovato degli amminoacidi, eravamo tentati di pensare che la vita biologica sarebbe sorta “naturalmente” in seguito ad una interazione di questi elementi primari. Ma c’è un “intoppo”: gli attuali progressi della biologia mostrano la prodigiosa complessità della vita che evidenzia l’impossibilità della formazione “per caso” di una proteina a partire da questi amminoacidi… perché si tratta di un’organizzazione della massima complessità. Solo una successione di passaggi estremamente improbabili avrebbe potuto dare origine alla vita. Per ottenere un’unica cellula vivente è necessario unire un gran numero di meccanismi della massima complessità – e se manca anche solo uno dei loro elementi, non funziona… Mettere insieme tutto questo “per caso” è del tutto impossibile.

Il capitolo sulla biologia, uno dei più complessi del libro, è molto istruttivo e assolutamente affascinante: riporta un buon numero di citazioni degli scienziati più noti, che sono particolarmente sensibili al tema. Il che dimostra che la superficiale convinzione per la quale gli studiosi sarebbero generalmente non credenti non corrisponde alla realtà. Questo capitolo deve aver richiesto un lavoro considerevole nella ricerca di informazioni. A partire da Einstein… ma vale la pena di documentarsi, il libro non delude.