Proprietà immobiliare e protezione assicurativa

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Per gli italiani la casa è il bene più importante, come dimostra il fatto che l’80% dei nuclei familiari ne possieda una. Le abitazioni rappresentano, per la maggior parte delle famiglie, la forma più rilevante di investimento della ricchezza accumulata durante tutta la vita.  Lo sottolinea l’Ania in un interessante approfondimento condotto  con data di valutazione 31 marzo 2019 volto a quantificare il numero delle polizze e l’esposizione (in termini di valore assicurato) delle abitazioni civili italiane assicurate per il rischio incendio, con l’aggiunta di un focus specifico sull’estensione delle coperture assicurative contro le calamità naturali . Si intende infatti valutare l’impatto delle novità previste dalla Legge di bilancio 2018 che ha introdotto benefici fiscali per coloro che ricorrono a coperture assicurative contro il rischio di eventi calamitosi su immobili adibiti a uso abitativo,

Quali sono le principali evidenze ?  Solo il 46% delle unità abitative è coperto da una polizza assicurativa contro l’incendio e, quasi in un caso su cinque, si tratta di coperture collegate al mutuo utilizzato per acquistarle. La carenza di garanzie assicurative è ancora più marcata in alcune regioni del Sud Italia, dove la percentuale di chi si assicura scende drasticamente tra il 10% e il 20%.

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Il numero complessivo di polizze attive (per il totale del mercato) al 31 marzo 2019 era pari a 9,7 milioni, in aumento del 7,1% rispetto a quanto rilevato a marzo 2018 e del 12,1%, se confrontato con settembre 2016. A fronte di queste polizze risultavano somme assicurate pari a 3.639,7 miliardi, valore in aumento di circa l’8% rispetto al 2018 e del 9% rispetto al 2016 (tavola 1). La distribuzione delle polizze secondo la tipologia nel 2019 è rimasta sostanzialmente la stessa del 2018: oltre il 55% è relativo a polizze multirischio(il 31,8% a polizze che assicurano il solo rischio incendio (monorischio), meno del 13% a polizze globale fabbricati, mentre lo 0,7% è relativo a polizze che coprono unicamente il rischio terremoto (senza la copertura del rischio incendio). La distribuzione percentuale delle somme assicurate evidenzia, invece, che circa la metà del patrimonio abitativo assicurato è relativo a polizze globale fabbricati (essendo evidentemente le più rilevanti in termini di valore), il 34% a polizze multirischio e oltre il 17% a polizze solo incendio (monorischio).

Va poi considerato che, nonostante il 75% delle abitazioni sia esposto a un rischio significativo di calamità naturali di vario tipo, poco più del 3% delle stesse viene protetto da una polizza contro questi eventi. Si tratta di un valore molto contenuto ma che negli ultimi anni è costantemente cresciuto (era praticamente nullo appena dieci anni fa). A questo effetto positivo ha contribuito anche la norma che, a decorrere dal 2018, ha previsto sia l’esenzione dell’imposta fiscale sui premi per le assicurazioni contro gli eventi calamitosi sia la detrazione al 19% di tali premi ai fini IRPEF.

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Nonostante questi interventi abbiano fatto fare un contenuto passo avanti alla diffusione delle coperture contro le calamità naturali, l’Italia è forse l’unico paese industrializzato e, per di più, con un’elevata esposizione al rischio privo di un meccanismo regolamentato per la gestione delle calamità naturali.

In altri principali paesi simili al nostro per esposizione al rischio di catastrofi naturali sono in vigore, in alcuni casi da decenni, sistemi regolamentati di gestione del rischio catastrofale (ad esempio in Francia, in Spagna, negli Stati Uniti, in Giappone e in molte altre realtà). Al di là delle differenze legate alle singole specificità nazionali, questi sistemi hanno in comune la partecipazione congiunta del settore assicurativo privato, e a vario titolo, dello Stato, e l’impiego di meccanismi che facilitano la mutualizzazione dei rischi attraverso l’aumento della platea di assicurati.