Un Congresso (per un soffio) democratico potrebbe dare impulso alla spesa e alla crescita

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La doppietta in Georgia per la corsa al Senato conferisce ai Democratici il controllo del Senato degli Stati Uniti con i margini più ristretti – e per la quarta volta nella storia della Repubblica ci sarà un Senato al 50% con il Vice Presidente eletto Kamala Harris in grado di esprimere il 51° voto.

Cosa possiamo aspettarci da una Washington democratica, seppur per un soffio? Ci aspettiamo una maggiore spesa per gli aiuti in seguito alla pandemia da COVID-19 nel breve periodo, con un focus a più lungo termine sulla “ricostruzione economica”, un messaggio centrale della campagna del Presidente eletto Joe Biden, che potrebbe includere un disegno di legge sulle infrastrutture, l’assistenza sanitaria e altre priorità non prettamente di natura economica, come un disegno di legge sui diritti di voto. Tuttavia, mentre passiamo dalla retorica della campagna elettorale alla realtà della politica, gli investitori dovrebbero prepararsi per l’immancabile e lento processo di approvazione di una legislazione completa, specialmente con un Senato diviso a metà.

Priorità sul piano fiscale per il 2021

Con il controllo di Washington nel 2021, i Democratici si concentreranno probabilmente su quattro priorità in ambito fiscale:

  • Ulteriore sostegno post COVID: Un ulteriore ciclo di stimolo per la crisi da COVID sarà probabilmente la prima priorità dell’amministrazione Biden, tenuto conto della una scadenza di metà marzo – quando scadranno molti degli accantonamenti dei 900 miliardi di dollari (circa il 4% del PIL degli Stati Uniti) del disegno di legge per l’emergenza COVID approvato a dicembre. Nessuno sa con certezza quale sarà l’entità del disegno di legge che verrà firmato, ma data la parabola del virus e l’irregolare diffusione delle vaccinazioni, nel nostro scenario di base pensiamo che gli aiuti saranno probabilmente nell’ordine dei mille miliardi di dollari – ma potrebbe essere più elevato (o leggermente inferiore). L’entità e la velocità dell’approvazione dipenderanno dalla modalità secondo cui i Democratici sceglieranno di far passare la proposta di legge: attraverso un “regular order” in Senato (che richiede 60 voti) o attraverso un processo chiamato “reconciliation”, che ha numerosi vincoli, ma richiede solo 50 voti. Un sostegno aggiuntivo per le famiglie e le piccole imprese più duramente colpite dalla pandemia (simile al più recente stimolo) rinvigorirebbe quasi immediatamente l’attività economica, a nostro avviso, mentre un sostegno aggiuntivo ai governi statali e locali potrebbe aiutare ad evitare i tagli al bilancio statale a lungo termine che hanno seguito la crisi finanziaria.
  • Infrastrutture focalizzate sulla ripresa economica: Lo slogan della campagna di Biden “Build Back Better” si manifesterà probabilmente come un piano di ripresa economica e di creazione di posti di lavoro focalizzato sulla spesa per le infrastrutture. I democratici prevedono un’ampia definizione di infrastrutture – non solo strade e ponti, ma anche una rete nazionale a banda larga, energia verde e investimenti nelle scuole. Tuttavia, un disegno di legge così completo, con numerose commissioni competenti, richiederebbe un lavoro significativo – e bipartisan – al Congresso. Di conseguenza, pensiamo che la legislazione sulle infrastrutture sarà al centro dell’attenzione al più presto nella seconda metà del 2021, e anche allora potrebbe richiedere più tempo per essere approvata. Benché “il diavolo sarà nei dettagli”, questo tipo di spesa ha il potenziale per avere benefici economici più duraturi rispetto agli aiuti mirati e potrebbe aumentare la produttività (e forse l’inflazione) nel lungo periodo. Le infrastrutture e la relativa spesa sarebbero probabilmente nell’ordine di 1.000-2.000 miliardi di dollari (4,5%-9% del PIL), molto probabilmente ripartiti su diversi anni.
  • Spesa sanitaria: I Democratici hanno rovesciato la Camera nel 2018 con una campagna sulla sanità, e questo messaggio sembra aver avuto un’ulteriore risonanza nel 2020 nel bel mezzo della pandemia. Di conseguenza, pensiamo che il rafforzamento dell’Affordable Care Act (ACA) sarà una delle principali priorità dei Democratici, con una rinnovata urgenza data la causa pendente davanti alla Corte Suprema e i recenti cambiamenti nella composizione della corte. Poiché l’approccio più rivoluzionario di “Medicare for All” manca di un ampio sostegno, ci aspettiamo che i Democratici si concentrino sul cambiamento del quadro esistente, per porre l’ACA su basi legali più solide, renderlo più accessibile per i lavoratori a reddito medio e consentire a Medicare di negoziare i prezzi dei farmaci con le aziende farmaceutiche. Stimiamo che il costo totale di un tale progetto di legge sarebbe di circa 500-700 miliardi di dollari (3-4% del PIL). Ci aspettiamo che i Democratici cerchino di far passare questi cambiamenti mediante “reconciliation”.
  • L’aumento delle tasse finanzierebbe una spesa più elevata: Sebbene la campagna di Biden abbia proposto quasi 4 mila miliardi di dollari in aumenti delle imposte per compensare una parte della spesa, cercare di alzare le tasse in un periodo in cui l’economia statunitense si sta ancora riprendendo da una forte recessione implica nei fatti che le variazioni saranno probabilmente più evolutive che rivoluzionarie. Aumentare l’aliquota dell’imposta sulle società al 28% come proposto da Biden sarà probabilmente difficile, dato un Congresso diviso; pensiamo invece che l’aliquota dell’imposta sulle società possa arrivare ad un più modesto 24%-25%. Ancora più probabilmente, i Democratici potrebbero concentrarsi su sistemi alternativi per aumentare le entrate attraverso le imposte sulle società che sono più popolari politicamente, come un’imposta minima alternativa o gli adeguamenti alla GILTI tax (sul reddito intangibile globale a bassa imposizione fiscale). Anche se non è ancora chiaro quali saranno esattamente le priorità, pensiamo che questo genere di variazioni potrebbero raccogliere 500-700 miliardi di dollari di entrate.

Per quanto riguarda le imposte sulle persone fisiche, ci aspettiamo che l’attenzione si concentri sull’aumento delle tasse solo per i redditi più alti. Lo scaglione più alto tornerà probabilmente al 39,6%, il che implicherebbe la raccolta di circa 500 miliardi di dollari in 10 anni. Altri cambiamenti, come la riduzione dell’esenzione dall’imposta sul patrimonio, l’abolizione della base imponibile e l’aumento dei capital gains per chi guadagna più di un milione di dollari all’anno sono anch’essi possibili fonti di entrate, ma potrebbero anche trovarsi di fronte ad alcune delle realtà legislative di un Senato diviso. Potremmo anche vedere una Washington democratica ripristinare la detrazione SALT (imposta statale e locale) in una certa misura (o nella sua interezza o semplicemente aumentando l’attuale detrazione di 10.000 dollari), un gradito sviluppo per molti residenti negli stati ad alta tassazione.

Tutto considerato, ci aspettiamo che l’inasprimento fiscale possa raggiungere 1.000 miliardi di dollari – 1,5 mila miliardi di dollari in 10 anni, ma anche se approvati nel 2021, probabilmente non avranno effetto fino al 2022. Gli investitori che si chiedono se vedranno rapidi e rivoluzionari cambiamenti nella politica fiscale provenienti da un Congresso a maggioranza democratica dovrebbero probabilmente moderare queste aspettative.

Implicazioni per le prospettive economiche

Nonostante la pandemia abbia pesato sulla ripresa economica negli ultimi mesi, la combinazione di un miglioramento delle prospettive di salute pubblica e di un significativo stimolo fiscale ci porta a prevedere una netta accelerazione della crescita negli Stati Uniti quest’anno, superando di gran lunga le stime di consenso in vista delle elezioni in Georgia. Altri 500-1.000 miliardi di dollari di spesa, per esempio, potrebbero aggiungere 2,5-5,5 punti percentuali ad una proiezione di crescita del PIL senza nuovi stimoli di base di oltre il 4% nel 2021. Anche se i tempi e i dettagli sulla spesa saranno un importante fattore determinante, la spesa pubblica netta potrebbe portare la crescita reale del PIL degli Stati Uniti a oltre il 7% nel 2021. I 900 miliardi di dollari di stimolo approvati a dicembre sono destinati a filtrare rapidamente nell’economia e dovrebbero anche contribuire a colmare il divario tra la debolezza economica a breve termine e una migliore prospettiva di salute pubblica nel corso dell’anno. Anche se l’ulteriore stimolo fiscale supplementare produrrà probabilmente un rimbalzo della crescita statunitense ancora più forte del previsto nel 2021, è probabile che abbia effetti più moderati sull’inflazione in presenza degli effetti persistenti della recessione indotta dal coronavirus. L’inflazione è in ritardo rispetto alla crescita e miglioramenti nel mercato del lavoro, e non raggiungerà probabilmente il 2% quest’anno.

La principale incertezza residua riguarda l’impatto che questi cambiamenti di politica avranno a lungo termine. I dettagli di un qualsiasi pacchetto infrastrutturale imporranno qualsiasi aumento della produttività o dell’offerta di manodopera, e questi fattori, così come qualsiasi riforma fiscale che sia in grado di passare al Congresso, avranno un impatto sulla crescita a lungo termine e sulle prospettive di deficit per gli Stati Uniti. Se vediamo ancora limitate le pressioni inflazionistiche a breve termine, un maggiore stimolo fiscale aumenta i rischi di inflazione di “coda destra” nel lungo periodo, soprattutto se si considera il desiderio della Fed di tollerare un’inflazione più elevata.