BCE, la salita non è ancora finita

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Sebbene l’inflazione core nell’eurozona abbia sorpreso al ribasso a maggio, le pressioni di fondo sui prezzi rimangono forti. L’economia dell’area dell’euro sembra resiliente, l’inflazione rimane troppo alta e il mercato del lavoro eccezionalmente rigido.

Nella riunione di giugno, la Banca centrale europea (BCE) dovrebbe aumentare i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli al 3,5%, e confermare la fine dei reinvestimenti del Asset Purchase Programme (APP).

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Ci aspettiamo che la BCE si astenga dal fornire indicazioni forti oltre giugno, ma che il Consiglio direttivo (CG) indichi l’intenzione di aumentare ulteriormente i tassi di interesse. Sebbene l’episodio di turbolenze finanziarie legate alle banche abbia aumentato l’incertezza sulla situazione macroeconomica, è improbabile che modifichi sostanzialmente la valutazione del Consiglio direttivo sulle prospettive dell’inflazione.

Riteniamo che i rischi siano quindi legati a un aumento dei tassi per un periodo più lungo rispetto alle aspettative del mercato di un rialzo di 25 punti base a giugno, di rialzi di 30 punti base cumulativi nelle due riunioni successive e di tagli dei tassi a partire dal 1° trimestre del prossimo anno. Affinché l’inflazione si normalizzi completamente per tornare al target di stabilità dei prezzi del 2% fissato dalla BCE, è probabile che sia necessario un raffreddamento dell’economia e del mercato del lavoro.

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